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DiMartedì, l'esperta Francesca Giovannini sulla guerra in Ucraina: "Sulla bomba atomica Putin si sta convincendo"

Giada Oricchio
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Plausibile l’uso della bomba atomica da parte della Russia”. Così Francesca Giovannini, studiosa italiana dell'Harvard's Belfer Center, in collegamento con “Di Martedì”, l’approfondimento politico di LA7, martedì 8 marzo.

Alla domanda del conduttore Giovanni Floris su quanto sia concreta l’ipotesi atomica, la professoressa ha risposto lapidaria: “Sì è uno scenario terribile però secondo me sta diventando sempre più plausibile. Quello che stiamo vedendo è una impasse militare: le truppe russe con problemi significativi di supporti logistici, rifornimenti e morale, e le forze ucraine che cominciano a credere veramente di poter vincere. In questo modo Vladimir Putin deve accelerare l'escalation e riuscire a ottenere una decisa vittoria in tempi brevi. In questo senso l'idea di utilizzare armi sempre più distruttive è una ipotesi plausibile fino all’utilizzo di armi chimiche o nucleari”.

Il pensiero di Floris corre all’orrore delle bombe di Hiroshima e Nagasaki che misero fine alla Seconda guerra mondiale e Giovannini conferma: “Stiamo parlando di qualcosa del genere, quelle erano bombe altamente distruttive, ma oggi se la paragoniamo con le armi che abbiamo a disposizione sarebbe una bomba tattica, causarono 15mila morti nel raggio di 1,5km quindi esattamente una bomba nucleare tattica. Un'arma nucleare tattica fa sempre parte della famiglia delle bombe atomiche, è sempre una arma di distruzione di massa però ha un potenziale distruttivo molto più ridotto. Una bomba come lo era quella di Hiroshima oppure un decimo. Sono bombe utilizzate in campo militare, non necessariamente per attaccare le città, e possono essere lanciate da missili a corto raggio, 300-500 km al massimo”. 

 

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