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La Merkel rivuole il lockdown ma le regioni non ci stanno. Scontro in Germania, arriva la legge

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Anche in Germania le "regioni" spingono per le riaperture al contrario del governo centrale. Salta il vertice, originariamente previsto per lunedì prossimo, tra la cancelliera Angela Merkel e i Laender. Lo riferisce l’emittente Ard. A quanto aggiunge lo Spiegel, al posto della videoconferenza con i governatori, il governo punta a varare già la settimana prossima un progetto di legge che faccia scattare "un freno d’emergenza obbligatorio" - ossia una stretta sulle misure in atto - nelle circoscrizioni in cui si superino i 100 contagi su 100 mila abitanti nei sette giorni.

 

A detta degli analisti, è un primo passo per sottrarre ai Laender una parte della potestà riguardo la lotta alla pandemia, dopo le polemiche delle scorse settimane: Merkel ed il ministro alla Salute Spahn infatti sono favorevoli ad un nuovo lockdown mentre molti governatori stanno spingendo per le aperture.

 

In Germania è necessario un nuovo lockdown nazionale per cercare di contenere la diffusione del coronavirus, ha dichiarato il ministro della Sanità Spahn nel corso di una conferenza stampa a Berlino, dicendo che "abbiamo bisogno di un lockdown per mettere fine all’ondata in corso" e sottolineando che un coprifuoco notturno è utile a ridurre i contatti. In un Paese dove ci sono circa 4.500 pazienti in terapia intensiva, 700 solo la scorsa settimana, Spahn ha detto che "se continua così potrebbe essere insostenibile per il nostro sistema sanitario nazionale".

 

"Consiglio a tutti di mettere da parte le discussioni di partito, non importa che sia un anno elettorale o meno, e di concentrarci sull’essenziale, la lotta contro la pandemia - ha detto Spahn - Serve un lockdown per interrompere l’attuale ondata" di contagi. La sede adatta per decidere nuove misure è un tavolo con il governo e i premier dei Laender tedeschi", che però è saltato.  "Se qualcuno già non condivide la valutazione della situazione, ovviamente sarà difficile", aveva aggiunto, sottolineando come siano molto alti i dati sui contagi, che potrebbero tra l’altro non fotografare la realtà perché durante i giorni di Pasqua stati effettuati meno test ed è stato trasmesso un numero inferiore di dati. 

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