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Coronavirus, adesso anche Londra è in guerra

Silvia Sfregola
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Il numero di persone positive al coronavirus nel Regno Unito alle 9 di questa mattina è 2.626, 676 casi in più rispetto rispetto ai 1.950. Lo rende noto il governo britannico. Le persone testate sono 56.221, di cui 53.595 confermate negative. Ma il consigliere scientifico di Londra ha avvertito: i casi sono in realtà circa 55mila, l'obiettivo è che meno di 20mila persone muoiano. Il premier Boris Johnson lunedì ha chiesto di evitare i contatti sociali e i locali, ma questi, così come le scuole, restano aperti. E il governo ha raccomandato ai cittadini di evitare tutti i viaggi non essenziali all'estero per 30 giorni. Buckingham Palace ha anche fatto sapere che la regina Elisabetta II andrà al castello di Windsor giovedì e vi resterà sino a dopo il periodo pasquale. Adesso il premier Boris Johnson corre ai ripari: le scuole chiudono fino a nuovo avviso a partire da venerdì pomeriggio a causa del coronavirus. Lo riferisce la Bbc citando Gavin Williamson, segretario all'Istruzione. La decisione secondo Johnson, aiuterà a ridurre il numero dei casi: "Le scuole dovranno ancora occuparsi dei figli dei lavoratori chiave, come il personale del Servizio sanitario nazionale (Nhs, National health system), ma anche degli alunni più vulnerabili". L'Organizzazione mondiale della sanità chiede risposte più coraggiose all'Europa, bacino di un terzo dei contagi di nuovo coronavirus nel mondo. "Ogni Paese, senza eccezioni, deve intraprendere le azioni più audaci possibili per fermare o rallentare la diffusione del virus", ha detto Hans Kluge, direttore per l'Europa dell'Oms. I leader dell'Unione europea hanno dato luce verde alla proposta della Commissione di chiudere per almeno 30 giorni le frontiere esterne, mentre l'Italia resta il Paese più colpito al mondo dopo la Cina.

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