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Ucciso Soleimani, migliaia in piazza a Teheran. Obama e l'Iran, quei tweet di Trump nel 2012

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Davide Di Santo
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"L'Iran non ha mai vinto una guerra, ma non ha mai perso un negoziato!". Questo il primo commento su twitter di Donald Trump al raid della notte scorsa a Baghdad nel quale è rimasto ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani. Prima di questo tweet, il presidente americano - che aveva già espresso lo stesso concetto a fine luglio - aveva postato la bandiera degli Stati Uniti. Per approfondire leggi anche: Raid Usa a Baghdad, il generale Soleimani ucciso da un drone Al post ne sono seguiti altri. Soleimani "era responsabile direttamente o indirettamente della morte di milioni di persone tra cui l'enorme numero di manifestanti uccisi" in Iran. Il generale iraniano "ha ucciso o ferito migliaia di americani in un lungo periodo di tempo e stava pianificando di ucciderne molti altri... ma lo abbiamo preso", ha scritto Trump. "Anche se l'Iran non lo ammetterà mai, Soleimani era odiato e temuto nel suo Paese: non sono rattristati come i leader fanno credere al mondo esterno: avrebbe dovuto essere eliminato molti anni fa", è il commento del presidente Usa. Intanto tornano a circolare vecchi tweet di Trump. "Per essere rieletto, Barack Obama comincerà una guerra con l'Iran", aveva scritto il magnate newyorchese in un tweet del 29 novembre 2011, un anno prima delle elezioni che confermarono Obama alla Casa Bianca. Un post che oggi, con l'uccisione del capo delle Forze iraniane al-Quds, Qassem Soleimani, in un raid Usa vicino all'aeroporto di Baghdad, suona alquanto emblematico in vista delle presidenziali di novembre. Sul social sono moltissimi gli utenti che hanno ripostato i tweet del Tycoon tra il 2011 e il 2012, quando Obama era in corsa contro il repubblicano Mitt Romney, e che sembrano spiegare la sua strategia. "Ora che i numeri di Obama nei sondaggi sono in caduta, lancia un'offensiva contro Libia o Iran. È disperato", scriveva infatti Trump il 9 ottobre 2012. Intanto sarebbero decine di migliaia le persone scese in strada in Iran per protestare contro i "crimini" statunitensi. Inneggiando "Morte all'America" e sollevando manifesti del comandante ucciso, i manifestanti hanno riempito le strade per diversi isolati nel centro di Teheran dopo le preghiere del venerdì. Lo riferisce Al Jazeera. "L'asse di ogni male è l'America", e "Leader della nostra rivoluzione, condoglianze, condoglianze", alcuni dei cori intonati. L'agenzia di stampa statale iraniana Irna ha riportato di manifestazioni simili nelle città di Arak, Bojnourd, Hamedan, Hormozgan, Sanandaj, Semnan, Shiraz e Yazd. 

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