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James Bond si mette a spiare le chat

L'intelligence inglese progetta l'inserimento di un utente fantasma per prevenire reati di vario tipo ma soprattutto attentati dei terroristi

Pieremilio Sammarco (professore di Diritto Comparato)
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L'intelligence inglese prova a inserirsi segretamente in tutte le chat criptate degli utilizzatori dei servizi di messaggistica. Il Government Communications Headquarters è l'agenzia governativa inglese competente per la sicurezza, lo spionaggio e il controspionaggio nell'ambito delle comunicazioni (SIGINT, ovvero Signal Intelligence); è un ente fondato nel 1919 che gode di grande prestigio, noto per aver contribuito a sconfiggere le forze naziste nella seconda guerra mondiale grazie all'attività di decifrazione dei codici segreti del progetto Enigma, a cui lavorò quello straordinario matematico di nome Alan Turing, che oggi viene considerato il padre dell'informatica e dell'intelligenza artificiale. Ebbene, si è appreso che l'autorevole agenzia inglese di intelligence ha in mente di avviare un progetto che prevede di aggiungere segretamente un utente nascosto a tutte le chat criptate create dagli utenti inglesi attraverso i servizi di messaggistica on-line. In questo modo, l'utente fantasma, che è la stessa agenzia per la sicurezza, automaticamente inseritosi nella conversazione crittografata, avrebbe la possibilità di accedere a tutti i contenuti immessi dai partecipanti della chat, senza che costoro ne siano a conoscenza. Naturalmente, le finalità che sostengono tale proposta sono riconducibili alla sicurezza nazionale, alla prevenzione o punizione dei reati, alla lotta contro il terrorismo, giacché l'esperienza investigativa ha provato che molte delle attività delittuose vengono programmate tra i sodali attraverso l'uso di chat crittografate, che ormai molti fornitori di servizi offrono al pubblico a costo zero. L'avvio di un tale progetto da parte dell'agenzia di intelligence inglese richiede però la collaborazione dei soggetti prestatori del servizio di messaggistica, giacché vi sono delle necessarie operazioni tecniche che devono essere attuate. Ma a tale richiesta di sostegno, i maggiori fornitori di servizi della rete (Google, Microsoft, Apple, Facebook, WhatsApp), uniti a molti esponenti della società civile hanno risposto negativamente con una lettera aperta del 22 maggio 2019, che ha fatto meglio conoscere al pubblico l'iniziativa. Alla base del diniego, vi sono critiche essenzialmente riconducibili alla violazione dei diritti fondamentali dell'individuo, alla sua libertà di espressione, al principio di trasparenza nel rapporto contrattuale tra fornitore e utente, oltre al rischio di vulnerabilità del sistema di crittografia che non sarebbe più sicuro ed esposto a potenziali attacchi informatici. Questa vicenda offre lo spunto per formulare ulteriori considerazioni al sempre attuale dibattito che vede contrapposte tra loro le tesi di quanti sostengono che... SE VUOI CONTINUARE LEGGERE CLICCA QUI

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