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È morto Stephen Hawking, l'astrofisico che ha spiegato l'universo

Tra le sue opere principali "Dal big bang ai buchi neri"

Carlo Antini
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E' morto all'età di 76 anni il grande astrofisico e cosmologo inglese Stephen Hawking. L'annuncio è stato dato da un portavoce della famiglia: "Siamo profondamente rattristati dal fatto che il nostro amato padre sia morto oggi", hanno detto i figli del professor Hawking, Lucy, Robert e Tim in un comunicato diffuso dall'agenzia di stampa inglese. "Era un grande scienziato e un uomo straordinario il cui lavoro e eredità vivrà per molti anni". Hawking, che aveva studiato le origini dell'universo e elaborato teorie sui buchi neri, era malato di Sla e viveva da anni su una sedia a rotelle. Era nato a Oxford l'8 gennaio del 1942 ed è morto (quasi a voler racchiudere la sua vita tra due grandi istituzioni scientifiche) a Cambridge alle prime luci dell'alba di oggi. Era diventato, per tutto il mondo, un simbolo del coraggio e della capacità di superare la disabilità. Stephen Hawking era il più famoso scienziato moderno del mondo, un genio che ha dedicato la sua vita a svelare i segreti dell'Universo. Nato l'8 gennaio 1942 - 300 anni dopo la morte del padre della scienza moderna, Galileo Galilei - credeva che la scienza fosse il suo destino. Ma il destino ha anche trattato Hawking con crudeltà. La maggior parte della sua vita è stata trascorsa su una sedia a rotelle. Hawking era paralizzato dalla sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una forma di malattia dei neuroni motori che attacca i nervi che controllano il movimento volontario che gli era stata diagnosticata nel 1963 ad appena 21 anni.

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