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Auto su folla negli Usa durante un corteo di suprematisti, ci sono feriti

Katia Perrini
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Negli Usa gli scontri tra i suprematisti bianchi e gli antirazzisti a Charlottesville hanno provocato tre vittime. Oltre 30 i feriti della giornata di violenza che in Virginia ha invaso la cittadina di 46mila abitanti a 300 chilometri a sudovest di Washington. Nel corso della protesta dell'estrema destra un'automobile si è schiantata contro gli oppositori dei suprematisti: il conducente è stato fermato e preso in custodia. Il governatore Terry McAuliffe ha dichiarato lo stato d'emergenza. Circa mille gli agenti dispiegati. "Il mio cuore è spezzato. Chiedo a tutti di andare a casa", scrive alle 21.15 su Twitter il sindaco di Charlottesville, Mike Signer. La marcia "Unire la destra" dei nazionalisti bianchi è stata indetta dalla destra contro la decisione del consiglio comunale di rimuovere una statua del generale Robert E Lee, pro schiavitù, che nella guerra civile Usa del 1861-1865 guidò le forze confederate. I disordini sono scoppiati in mattinata, prima dell'inizio della marcia, prevista per mezzogiorno a Emancipation Park, nel centro della città. Gli scambi di slogan tra i manifestanti, che indossavano bandiere confederate e scudi, e gli oppositori, che accusavano gli organizzatori di avere un'ideologia di estrema destra, sono sfociati in colpi e pugni. "Ho appena parlato con il governatore e abbiamo concordato che l'odio e la divisione deve finire adesso. Dobbiamo unirci come americani nell'amore della nostra nazione, attraverso l'affetto degli uni verso gli altri", ha detto il presidente degli Usa Donald Trump in diretta tv da Bedminster, nel New Jersey. "Amiamo il nostro dio, amiamo la nostra bandiera. Siamo orgogliosi del nostro pensiero e di ciò che siamo. Vogliamo che la situazione a Charlottesville si risolva", continua Trump, che su Twitter scrive: "Tutti dobbiamo essere uniti e condannare tutto ciò che l'odio rappresenta. Non c'è spazio per questo tipo di violenza in America. Stiamo tutti uniti!". Intanto Jason Kessler, organizzatore della marcia, in un comunicato sottolinea che si tratta di difendere il primo emendamento della Costituzione, che tutela la libertà di espressione, e di sostenere "i grandi uomini bianchi che vengono diffamati, calunniati e demoliti negli Stati Uniti".

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