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Londra, identificato il terzo killer: è l'italo marocchino Youssef Zaghba

Da sinistra Khuram Shazad Butt, Rachid Redouane e Youssef Zaghba

Silvia Sfregola
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Il terzo attentatore di Londra era italo-marocchino e si chiamava Youssef Zaghba. Tre giorni dopo l'attacco che sabato sera ha seminato il terrore nel cuore della capitale britannica, dunque, si completa la triade dei responsabili. Gli attentatori erano tre, tutti uccisi dalla polizia entro gli otto minuti da quando è stata ricevuta la prima chiamata di emergenza: finora Scotland Yard aveva comunicato solo l'identità di due di loro, ma oggi la polizia di Londra ha diffuso identità e foto anche del terzo uomo. Nel 2016 era stato fermato a Bologna Youssef Zaghba, 22 anni, secondo Scotland Yard aveva "nazionalità italiana" ed era di origine marocchina, ma non era nel mirino dell'agenzia di intelligence britannica MI5 né della polizia. Zagha è figlio di padre marocchino e madre italiana che vive a Bologna. Secondo fonti di intelligence il giovane era stato fermato all'aeroporto di Bologna nel 2016 perché si sospettava che intendesse recarsi in Siria e trasportava materiale sull'estremismo islamista su un dispositivo elettronico. Un'altra fonte fa sapere che il giovane era stato segnalato dalle autorità italiane a quelle britanniche dopo che l'anno scorso si era trasferito in Inghilterra. Aveva vissuto gran parte della sua vita in Marocco, ma con brevi visite in Italia per vedere la madre. Poi appunto il trasferimento nel Regno Unito, infatti Scotland Yard comunica che viveva nella zona est di Londra. Tutti e tre i killer uccisi 8 minuti dopo l'attacco Sempre della zona est di Londra, di Barking precisamente, erano gli altri due terroristi che sabato sera hanno prima investito i passanti sul London Bridge con un van bianco e poi, armati di coltelli, hanno aggredito diverse persone vicino al Borough Market, con un bilancio complessivo di sette morti e 48 feriti. I due sono Khuram Shazad Butt e Rachid Redouane. Butt, 27 anni, cittadino britannico nato in Pakistan, sposato con figli, era noto all'agenzia di spionaggio MI5 anche se "non c'erano informazioni di intelligence che suggerissero che stava pianificando l'attacco"; è lui che era comparso in un documentario di Channel 4 sugli estremisti islamisti legati al religioso in carcere Anjem Choudary). Rachid Redouane invece, 30 anni, che usava anche il nome Rachid Elkhdar, non era noto alla polizia e aveva sostenuto di essere marocchino e libico; secondo quanto è emerso oggi, la sua richiesta di asilo era stata respinta dal Regno Unito, ma lui era potuto rimanere nel Paese grazie a una carta di residenza dell'Unione europea rilasciatagli in Irlanda, dove si era sposato nel 2012 con una cittadina britannica. Le indagini Nell'ambito delle indagini sull'attacco, un 27enne è stato arrestato oggi a Barking; e un uomo è stato fermato a Limerick, in Irlanda, per i suoi presunti legami con Redouane (secondo il quotidiano Limerick Leader le forze dell'ordine lo interrogano da ieri sera perché nella sua abitazione sono stati trovati documenti di identità emessi a Dublino per Redouane). Un minuto di silenzio è stato osservato oggi in tutto il Regno Unito alle 11 ora locale (le 12 in Italia) in onore delle vittime. E nonostante la pioggia battente la cerimonia che si è svolta per l'occasione al London Bridge, presieduta dal sindaco Sadiq Khan, ha raccolto una massiccia partecipazione. Si conoscono i nomi delle prime tre delle sette vittime dell'attacco: si tratta della canadese Christine Archibald, del britannico James McMullan e dell'australiana Kirsty Boden. Quest'ultima, infermiera di 28 anni, secondo quanto raccontano i familiari è stata accoltellata da uno degli attentatori mentre correva per aiutare una delle vittime. Quattro persone risultano ancora disperse. Fra i 48 feriti, invece, ci sono cittadini di Regno Unito, Francia, Spagna, Australia e Nuova Zelanda.

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