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Siria, autobomba sui bus dei profughi in fuga da Aleppo

Silvia Sfregola
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Ad alcune ore dall'esplosione avvenuta nell'area di raccolta di Rashideen, a Nord di Aleppo, la conta delle vittime manca ancora di cifre ufficiali. Se l'agenzia cinese Xinhua, citando fonti informate sui fatti, arriva a parlare di 70 morti, l'Osservatorio siriano per i diritti umani si ferma a 43, pur sottolineando che la conta è destinata a proseguire, dal momento che tra i feriti ci sono persone in condizioni critiche. A risultare piuttosto chiara è invece la dinamica dei fatti, con un veicolo imbottito di esplosivo - stando alle ricostruzioni un pickup - che è stato fatto saltare dove stazionavano 75 bus e 20 ambulanze destinati a portare cinquemila sciiti provenienti dal due città filogovernative, Kafaraya e Foa, verso altre zone controllate dai militari fedeli al presidente Bashar al-Assad. Una evacuazione concordata con le forze ribelli e oggetto di una intesa che ieri ha visto partire da Madaya, a Nord di Damasco, un altro convoglio con 2.300 passeggeri - in questo caso appartenenti alla fazione in rivolta contro il governo - diretto a Idlib, nell'area nord-occidentale del Paese, vicino al confine con la Turchia. L'accordo per le evacuazioni era stato raggiunto dalle parti in guerra sotto la supervisione di Iran, Turchia e Qatar, ma le condizioni erano state messe in discussione dopo la partenza dei bus. Motivo, questo, per cui il convoglio filogovernativo si trovava a sostare a Rashideen, mentre quello ribelle sarebbe stato a sua volta bloccato nei pressi di Ramouseh. Le forze anti-Assad, ha riferito a Xinhua una fonte che ha chiesto l'anonimato, avrebbero chiesto che i primi a essere evacuati da Kafaraya e Foa fossero i combattenti. Una richiesta rifiutata per il timore che gli stessi ribelli potessero attaccare le città una volta che queste fossero rimaste sguarnite. Poco dopo l'attentato, comunque, la situazione pare essersi sbloccata, dal momento che entrambi i convogli hanno ripreso la marcia. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, questo sarebbe stato possibile dopo il completamento della "organizzazione logistica" legata agli spostamenti. Stando agli ultimi aggiornamenti, gli autobus che trasportano gli evacuati di Madaya hanno ripreso il loro tragitto verso la provincia Idlib, controllata dai ribelli, mentre il convoglio di Foa e Kafaraya si prepara a entrare nella città di aleppo, controllata dalle forze governative.

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