Figli illegittimi usati come cavie per vaccini

Nuovo orrore: sperimentazioni fino al 1976

Non bastavano gli scandali delle adozioni forzate e della fossa con i cadaveri di quasi 800 bambini scoperta una decina di giorni fa a Tuam. L'orrore legato al modo in cui venivano trattate le ragazze madri e i figli illegittimi nell'Irlanda degli anni '60 si è «arricchito» di un nuovo raccapriciante capitolo. Come riporta l'agenzia Sir, che cita Paul Keenan, reporter dell'Irish Catholic, in almeno 10 case di accoglienza per ragazze madri tra il 1960 e il 1976 sono stati sottoposti a vaccinazioni sperimentali 298 bambini; ottanta di loro si sono gravemente ammalati dopo che gli è stato somministrato, sembra accidentalmente, un vaccino destinato ad animali. «La situazione - spiega Keenan - è di grande confusione, cominciano a emergere altri scandali. I racconti su come erano trattate le madri e i bambini sta provocando rabbia». Quando erano emerse le rivelazioni sulla casa d'accoglienza di Tuam, il primo ministro Enda Kenny aveva promesso un'inchiesta approfondita, ammettendo che per decenni in Irlanda i bambini nati fuori dal matrimonio erano trattati come «una sottospecie inferiore». Una realtà «in cui le persone si vergognavano, si sentivano diverse, erano soppresse, dominate». L'inchiesta cercherà di stabilire cosa successe e non chi fosse colpevole dei presunti abusi commessi nelle case di accoglienza. Si tratta della quarta indagine del genere lanciata di recente dalle autorità irlandesi. Al centro dell'inchiesta tassi di mortalità, sepolture, vaccinazioni e adozioni illegali, come quella raccontata nel film «Philomena», nelle 10 case in cui sono state ospitate, secondo una stima, 35.000 ragazze madri. Dal canto loro, i vescovi irlandesi, riuniti a Maynooth, hanno pronunciato un «mea culpa», approvando l'istituzione della commissione d'inchiesta. Dopo l'enorme scandalo degli abusi sessuali commessi da membri del clero, la Chiesa irlandese ha compreso che l'unica strada da percorrere è quella della verità, fino in fondo.