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Elezioni regionali, Parisi e "Zingarozzi" all'ultimo voto

Il candidato di centrodestra rimonta. Incubo inciucio Zingaretti-Pirozzi

Daniele Di Mario
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Veleni, sospetti, correre per perdere, accordi segreti per favorire gli avversari e sabotare la propria parte politica. Le elezioni nel Lazio hanno assunto i contorni di una spy-story alla quale Sergio Pirozzi cerca di aggiungere particolari rivelatori. Un modo, più che altro, di mettere le mani avanti per non cadere indietro. «Se il centrodestra perderà le elezioni non mi sentirò responsabile - dice il sindaco di Amatrice nell'ultimo giorno di campagna elettorale - perché sono d'accordo tutti, c'è stata una spartizione a tavolino. Ci sono persone vicine a Parisi che collaborano con Carrai, il centro di potere di Renzi». Pirozzi allude al fatto che il centrodestra avrebbe barattato la vittoria in Lombardia con la sconfitta nel Lazio. Perché poi Berlusconi, Salvini e Meloni avrebbero dovuto farlo è un mistero: sia con Maroni sia con Fontana il voto per la conferma del Pirellone - per giunta con LeU non alleata al Pd - è sempre stata considerata poco più di una formalità. Probabile allora che Pirozzi cerchi di rigirare la frittata. Excusatio non petita accusatio manifesta, dicevano i romani. E spesso non si sbagliavano. Perché oggi Pirozzi cambia strategia di comunicazione, passa all'attacco, dice che un'eventuale sconfitta di Parisi «non sarebbe colpa sua». Addirittura evoca complotti e uomini renziani nel quartier generale del candidato del centrodestra alla presidenza della Regione. Come se «Zingarozzi» non esistesse. Già, Zingarozzi, il patto presunto tra Zingaretti e Pirozzi. Perché da mesi, sin da ottobre, nei corridoi della Pisana e anche fuori si vocifera sia tra i consiglieri di opposizione (grillini compresi) sia tra quelli di centrosinistra, di un'intesa di ferro tra il sindaco e il governatore per far perdere il centrodestra. Punti di congiunzione non mancherebbero. Come il legame... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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