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La Bce fa a pezzi il mattone, quanto pesa il caro-tassi sull'immobiliare

Gianluca Zapponini
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Un anno è passato da quando, era il luglio del 2022, la Banca centrale europea decise di dare gas ai tassi di interesse. E oggi, dodici mesi abbondanti dopo, il conto è bello che servito. Chi vuole comprare una casa e chiedere un mutuo in banca, dovrà farsi bene i suoi conti. Chi il mutuo lo ha già (il costo del denaro è oggi nella zona euro al 4,25%) sarà bene che abbia lo stomaco forte. Forse anche per questo le condizioni della domanda di immobili residenziali nel secondo trimestre segnalano una generalizzata debolezza, mentre un agente immobiliare su tre segnala difficoltà nel reperimento del mutuo da parte degli acquirenti, la percentuale più elevata dalla fine del 2014. Si è un po’ più scoraggiati nel comprare casa, perché è più complicato chiedere i soldi alla banca e sostenerne le rate, sempre che si ottenga il finanziamento.

 

Tutto questo emerge da un’indagine condotta congiuntamente dalla Banca d’Italia, da Tecnoborsa e dall’Agenzia delle Entrate presso 1.455 agenti immobiliari nel secondo trimestre. Dall’indagine, che riguarda l’andamento recente e le prospettive a breve termine del mercato degli immobili residenziali, emerge che le indicazioni di un calo dei prezzi degli immobili residenziali sono divenute più diffuse, seppure in presenza di una quota ancora maggioritaria di giudizi di stabilità. Dunque, il saldo tra giudizi di aumento e diminuzione è diventato negativo, riportandosi sui livelli dell’inizio del 2021.

 

Non è finita. La quota di agenti che hanno concluso almeno una transazione è rimasta stabile, su livelli elevati, eppure i tempi di vendita e lo sconto medio rispetto alle richieste iniziali sono leggermente aumentati, pur rimanendo contenuti. Il problema è che se perde slancio la domanda, causa tassi, il mattone rischia di tornare di nuovo giù. «Le condizioni della domanda segnalano una generalizzata debolezza, come evidenziato dal deterioramento dei giudizi relativi al numero dei potenziali», sentenzia Bankitalia. E le locazioni? Nel mercato degli affitti i canoni sono indicati in aumento e gli agenti si attendono ulteriori rialzi anche nel trimestre in corso. Morale della favola, «le valutazioni prospettiche sugli andamenti complessivi del mercato immobiliare segnano un deciso peggioramento, con riferimento sia al trimestre in corso, per il quale prevalgono aspettative di riduzione dei prezzi di vendita, sia su un orizzonte biennale. Le attese degli agenti sull’inflazione al consumo nell’orizzonte di dodici mesi si sono ulteriormente ridotte». Ora non resta che attendere settembre per capire se e quando Francoforte toglierà il piede dal gas.

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