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Quanto è adesso l'inflazione in Italia, allarme Coldiretti e Confesercenti

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Dieci miliardi di euro di potere d'acquisto sono a rischio nei prossimi tre anni, a causa di un tasso di inflazione che rimarrà oltre il 2% fino almeno al 2025. È l'allarme lanciato dalla Confesercenti, che in un'analisi sottolinea come il calo nella capacità di spesa delle famiglie, oltre a incidere sui consumi, "potrebbe depotenziare, di fatto, gli eventuali benefici della riforma fiscale in arrivo". In particolare, se non si interverrà sul cosiddetto 'fiscal drag', per cui l'aumento nominale dei redditi - legato all'inflazione - comporta in automatico un aumento delle tasse da pagare.

Il tutto in un quadro generale, sottolinea Confesercenti, nel quale "sembra ormai del tutto terminata" l'era della bassa inflazione. Nemmeno il "controshock energetico" degli ultimi mesi, con i prezzi dell'energia tornati ai livelli precedenti lo scoppio dell'invasione russa in Ucraina, dovrebbe dunque aiutare a invertire la rotta. "Torneremo a sperimentare un'inflazione permanentemente più elevata di quella con cui ci eravamo abituati a convivere", si sottolinea nell'analisi.

I riflessi immediati dell'inflazione sulle abitudini di ogni giorno li segnala invece la Coldiretti. Il caro prezzi, spiega l'associazione, ha tagliato infatti del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel primo trimestre 2023. Le famiglie, però, saranno costrette a spendere comunque il 7,7% in più, a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica. Uno scenario di evidente difficoltà dei consumi, che porta al corrispondente boom degli acquisti di cibo low cost, con i discount alimentari a segnare un aumento del +9,1% delle vendite.

Uno scenario sul quale è intervenuto, video collegato all'ultima giornata del Festival dell'economia di Trento, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Se si alzano i tassi in maniera eccessiva si fa un danno", ha affermato, "e si rischia di spingere il Paese verso la recessione, come sta succedendo in Germania". Tajani ha ricordato come "il costo eccessivo del denaro non faccia bene a un Paese" e invitato a notare le differenze con gli Stati Uniti, dove il rialzo dei tassi è giustificato da fattori economici interni, mentre in Italia e in Europa "è provocata dal costo dell'energia e dalla guerra".

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