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Assalto all'assegno unico per i figli. Boom di domande all'Inps per il contributo mensile

Filippo Caleri
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Gli italiani con figli non si sono fatti pregare. Muniti di Spid (la chiave elettronica per accedere alla pubblica amministrazione), di certificazione provvisoria dell'Isee e dei codici fiscali della prole hanno assalito, appena on line, il sito che l'Istituto di previdenza sociale ha predisposto per richiedere l'assegno unico. E cioè il sistema che da marzo manderà in pensione vari bonus e le detrazioni fiscali finora assicurate alle famiglie. A mezzogiorno di ieri l'Inps aveva registrato «44.859 domande presentate direttamente sul sito con Spid personale, per un totale di 72.660 figli». La comunicazione è arrivato attraverso un tweet nel quale l'organismo guidato da Pasquale Tridico ha ricordato, a chi ne ha diritto, che è online la procedura per richiedere l'assegno unico e universale per i figli fino a 21 anni. Un successo insomma che dimostra la fame di soldi delle famiglie italiane composte non solo dai coniugi ma anche da uno o più pargoli. Un assalto dettato non solo dalla necessità ma anche dai tempi.

 

 

La prestazione sarà infatti pagata direttamente sul conto corrente del richiedente (o divisa eventualmente tra i coniugi) a partire da marzo. Ma per riceverlo entro quel mese la domanda deve essere effettuata entro febbraio. La stessa, per i ritardatari, potrà essere presentata fino a giugno per maturare il diritto da marzo. In attesa di capire il funzionamento si iniziano a fare i conti di quanto entrerà nelle tasche degli italiani. Sì perché bisognerà tenere conto di un complicato gioco di dare e avere determinato dalla scomparsa delle detrazioni, della modularità dell'assegno che decresce all'aumentare dell'Isee e dall'effetto delle nuove aliquote fiscali introdotte dalla legga di Bilancio che lascia più risorse in busta ai redditi medio alti. Un rebus che sarà sciolto solo a marzo con le prime erogazioni ma che potrà essere risolto, almeno per quest'anno, da un meccanismo di salvaguardia che applicherà le vecchie regole a chi, con le nuove, dovesse perdere soldi rispetto allo scorso anno.

 

 

L'unica cosa certa per ora è che per l'assegno unico si inizia a profilare la stessa prassi vaccinale di cui si discute in questi giorni, in senso metaforico ovviamente. A prefigurare questo destino è stata la ministra delle Pari opportunità, Elena Bonetti. Per l'assegno unico «ogni anno deve essere rinnovata la domanda, perché può cambiare la condizione dello stato della famiglia, parte da marzo e termina a febbraio dell'anno successivo. Quindi ci sono i due mesi all'inizio di ogni anno in cui uno può rinnovare la domanda. Nel caso particolare di questo primo anno le domande sono attive dal primo gennaio e le famiglie che faranno domanda da qui al 30 giugno riceveranno comunque l'assegno retroattivo a partire da marzo». La Bonetti ha consigliato di fare presto. «Siccome a marzo cesseranno le detrazioni fiscali e gli assegni ai nuclei familiari che invece si mantengono per il mese di gennaio e febbraio, noi invitiamo le famiglie a cercare di fare le domande entro questi primi due mesi». In sintesi in busta si prevedono maggiori introiti da 175 euro a figlio fino ai 50 per chi è più ricco (con Isee sopra i 40mila euro).

 

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