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Recovery degno di Cinecittà, Gianluigi Paragone svela la grande truffa della pioggia di soldi dall'Ue

Gianluigi Paragone
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La scelta di puntare su Cinecittà per presentare il Pnrr è esemplificativa: non so se lo abbiano fatto di proposito oppure se Freud ci abbia messo lo zampino. Il Pnrr è una finzione degna di Cinecittà: la pioggia di soldi è un effetto speciale che solo le magie della settima arte sanno montare; la ripresa e la resilienza sono la sceneggiatura che incanta, commuove, fa sperare. Almeno fino ai titoli di coda. Quando poi la scritta “I fatti e i personaggi di questo film sono frutto di pura fantasia”.

Allora poi bisogna fare i conti con la realtà. E la realtà è cinica, persino meschina. Truffaldina. Vorrei per esempio capire come e quando il governo e la Commissione si sono permessi di modificare ciò che il parlamento aveva indicato in materia di procedimenti esecutivi. Siamo al Keiser Soze dei Soliti Sospetti. Abrogano - precedentemente si parlava solo di una proposta di abrogazione - le disposizioni del Codice procedura civile e di altre leggi che si riferiscono alla formula esecutiva: in poche parole stanno condannando migliaia e migliaia di famiglie a lasciare la casa prima dell’asta immobiliare; un mutuo diventa una condanna alla disperazione. La legislatura cominciò ridando dignità ai tanti Bramini d’Italia, oggi gliela stanno togliendo, aggravando la situazione. E truffando il parlamento. Eccola la dimensione sociale di questo governo commissariato da Europa e logiche finanziarie: sono avvitati alle più cannibalesche pratiche bancarie. Ecco dove Federico Caffé li avrebbe inchiodati alla definizione di incappucciati della finanza.

Sono anni che l’ingerenza del potere multinazionale e liquido è diventato il kharma malefico di governi che cambiano lasciando mutata la politica. Si parla tanto di ingerenza del Vaticano dopo che la genuflessione verso i tecnici è totale da decenni. Più che i vescovi temo i tecnici, i dotti, i saggi. Insomma, i nuovi santi.

Stanno sbattendo fuori casa famiglie e piccoli imprenditori. Nel pieno dell’emergenza Covid. Li vaccinano ma li fanno morire di disperazione. Lo sguardo di Draghi sulla società è diabolico. Il loro nuovo umanesimo è lo stesso di cui parlava Al Pacino nel film L’Avvocato del Diavolo.

Si riempiono la bocca di riconversione all’elettrico. Eccola la nuova Grande Abbuffata - altro titolo della euroCineteca  - coi players dell’elettricità. Arrivano i soldi? Per il green? Evviva, allora finalmente le bollette saranno drasticamente tagliate perché gli oneri di sistema saranno completamente a carico di Ursula e SuperMario. E per il lavoro, finalmente abbatteranno le tasse: non che i riders possono essere sfruttati a norma di legge mentre qui un collaboratore cameriere costa due volte di più. A Draghi, Franco e Giorgetti consiglio il vecchio Ken Loach. Coi soldi dell’Europa pagheranno i debiti della Pubblica Amministrazione? O almeno compenseranno una volta per sempre con gli imprenditori creditori? O sarà la solita partita di giro sempre a vantaggio della P.A. con Agenzia delle Entrate nella parte dello Sceriffo di Nottingham?

Forse si sono calati troppo nella parte di David Copperfield e i soldi compaiono e scompaiono per magie: ai Benetton sì, ai piccoli imprenditori no. E’ dal 16 che un pezzo d’Italia aspetta. Dopo Totòtruffa, aspettiamo i nuovi venditori della Fontana di Trevi. Finché c’è gente che abbocca andrete avanti, altrimenti… Non ci resta che Piangere.

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