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Coronavirus, l'Europa taglia i fondi per la ricerca sul Covid 19

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Tranquilli siamo in buone mani. Mentre tutti attendiamo il vaccino la Ue ha la bella pensata di tagliare di 5 miliardi il budget di ricerca sul Covid nei prossimi anni. Il piano è quello di sforbiciare i fondi previsti per il 2021-2027 nel 2018 a 81 miliardi con un taglio che lima anche il budget sul Sars-Cov-2 di 5 miliardi.

Il presidente dell'Erc ((European Research Council) vuole che la decisione venga annullata. Nato nel 2007, l'Erc è "la principale agenzia europea di finanziamento per la ricerca di base. E' guidato da ricercatori e i vantaggi lo dimostrano - osserva Nature - Mentre i politici sono stati lenti o in ritardo nell'anticipare e rispondere alla pandemia, 180 progetti Erc esistenti si sono rivelati altamente rilevanti per la crisi. Gli scienziati Erc sono in anticipo sulla curva". Il nodo principale, viene spiegato, è che le sorti dell'ente sono legate a quelle del più ampio programma di finanziamento della ricerca e dell'innovazione dell'Ue, Horizon Europe. Negli anni precedenti entrambi i budget erano aumentati. Ma ora la pandemia sta devastando le economie e, con il Regno Unito non più nell'Ue, il suo contributo sarà assente. Nel 2018, la Commissione europea ha proposto 94,1 miliardi di euro per Horizon Europe, una cifra in aumento rispetto al bilancio di 80 mld del programma 2014-2020 (Horizon 2020). Poi a luglio di quest'anno, ricostruisce la rivista, i leader dell'Ue lo hanno ridotto a 81 miliardi di euro, incluso un fondo di 5 mld per la ricerca correlata a Covid. Di conseguenza, anche il budget dell'Erc sarà tagliato, anche se si prevede che una piccola parte dei finanziamenti extra si prevede confluisca sul tipo di lavoro che l'Erc supporta, come lo sviluppo di modelli per monitorare la trasmissione dei virus, la ricerca di tecnologie da utilizzare nella diagnostica e lo studio del comportamento umano in una pandemia. Proteggere i finanziamenti per la ricerca di base in un periodo di tagli al budget è in generale "estremamente difficile", riconosce Nature. Ma "i 6 mesi turbolenti attraversati dalla leadership del Consiglio europeo della ricerca lo hanno reso ancora più difficile", si sottolinea nell'editoriale richiamando il caso delle dimissioni dello scienziato esperto di nanomedicina, Mauro Ferrari, dalla presidenza dell'agenzia europea, "proprio nel momento in cui questa aveva bisogno di rafforzarsi in vista delle discussioni sul bilancio".

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