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La lotta all'illegalità nella ricostruzione: rischi di riciclaggio di denaro sporco nell'economia sana

Giorgia Manzini*
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Stiamo sperimentando un nuovo modus vivendi individuale e collettivo, una stato di eccezione affidato alla decretazione d'urgenza, in cui la discontinuità è la regola. Chi lotta in prima linea, chi piange i propri morti, merita tutto il rispetto, la vicinanza e la più profonda gratitudine. Chi lotta in seconda linea, mantenendo aperte attività essenziali, vive una realtà surreale di distanziamento, che dovrà diventare un'abitudine. Anche la maratona dell'isolamento generalizzato è una dura prova, molto innaturale e alienante. Chiudere un paese intero per contenere il contagio della popolazione ha evidenziato l'importanza del lavoro per la dignità delle persone. Fra le attività essenziali rimaste aperte c'è quella dei notai, pubblici ufficiali con organizzazione da liberi professionisti, orgogliosamente sugli scudi a salvaguardia degli interessi della collettività. Anche le attività chiuse vengono percepite come interconnesse e vitali per la tenuta economica del paese. Modelli matematici e pareri degli esperti definiscono l'indice di pericolosità per i lavoratori, in vista delle riaperture. Il sapere scientifico, giuridico, letterario, storico, economico, tecnologico, dovrà tornare al centro. La tecnologia lascerà il segno: ciò che ha funzionato online sopravviverà all'emergenza. Abbiamo la prospettiva di un nuovo Umanesimo, in cui poter perfezionare la nostra scala valoriale. Ma ogni giorno perso per le nostre imprese apre voragini di vuoto di liquidità e di perdita di fasce di mercato. La burocrazia non è retrocessa, il sostegno economico alle famiglie è stato promesso, il pagamento della cassa integrazione si fa attendere, le banche tentennano su moratorie e sospensioni dei finanziamenti alle imprese, i nuovi finanziamenti con garanzia dello Stato sono stati solo proclamati nel Decreto Liquidità. Questo è il quadro di un'Italia che si è sempre tirata su le maniche senza aspettare sussidi dallo Stato, puntando sulla dignità del lavoro e non sull'assistenza. Ma che ha già sofferto molto per infiltrazioni malavitose nella nostra economia sana. Ricordiamo bene la crisi finanziaria scoppiata negli Stati Uniti nel 2006, che ha infettato tutta l'economia occidentale, derivante dall'eccessiva speculazione sui mutui subprime, diffusisi a causa della bolla immobiliare di quegli anni, dei bassi tassi di interesse dei finanziamenti bancari e dello sviluppo delle operazioni di cartolarizzazione. La recessione provocata allora indusse taluni imprenditori in difficoltà ad affiliazioni illegali. Le mafie, infatti, si avvantaggiano di enorme liquidità di denaro, zero burocrazia e un sistema di welfare capillare sul territorio. Ciò consente investimenti rapidi di denaro sporco nell'economia sana, che dopo il lockdown si troverà in stato di grave bisogno, imbrigliata dalle lungaggini burocratiche per l'accesso al credito. Pare, infatti, che ci accingeremo a vivere una recessione peggiore di quelle conosciute fino ad oggi. Grande apprezzamento merita il sistema di norme di contrasto alle scalate ostili da parte di paesi stranieri (anche europei!) di imprese operanti in settori strategici per gli interessi nazionali, fra cui anche banche, assicurazioni e aziende della filiera agroalimentare, di cui al Decreto Liquidità. I poteri di Golden Power attribuiti al Governo a tutela delle nostre imprese "strategiche" riguardano gli accessi nella nostra economia dall'esterno del paese. Ma da una prospettiva interna, dovremo prestare la massima attenzione al riciclaggio di denaro di provenienza illecita nelle nostre aziende in crisi. La normativa sull'antiriciclaggio, di derivazioni europea, vede coinvolti in prima linea le forze dell'ordine e gli apparati dello Stato, le banche e i professionisti. Fra cui i notai, pubblici ufficiali a presidio della legalità delle operazioni economiche più rilevanti per la vita dei cittadini e delle imprese. E attivi segnalatori di operazioni sospette all'Unità di Informazione Finanziaria per l'Italia. Ci siamo formati centralmente e sui territori, abbiamo cambiato il nostro DNA di giuristi puri e affinato un fiuto nuovo sugli indicatori di anomalia e sui modelli di comportamenti anomali nelle manovre economiche indicati dalla Banca d'Italia. E' tempo di collegare più efficacemente sul campo queste competenze dei professionisti con l'abilità e esperienza delle nostre pubbliche Autorità. Al fine di intercettare e stoppare le prevedibili intrusioni delle mafie nel nostro sistema economico, a tutela dell'ordine pubblico e delle nostre piccole e medie imprese. Che sono la nostra grande ricchezza, ma anche l'anello debole nella crisi di liquidità che ci ha travolto. Saranno necessari importanti investimenti per l'Italia: che arrivino dalla parte giusta! Per una legalità attiva! Per una economia dinamica e sicura!  www.notaiomanzini.it *di Giorgia Manzini (articolo sponsorizzato)

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