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Manovra, scontro con l'Ue: l'Italia rischia

Richiamo dell'Ecofin: "Roma stia ai patti"

Silvia Sfregola
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L'Europa non sembra mollare di un millimetro: la manovra italiana, così come si prospetta, infrange le regole europee e sarà bocciata. Anche se occorrerà aspettare il documento finale, che sarà inoltrato alla Commissione Ue entro metà ottobre. Secondo il vicepresidente dell'esecutivo Ue, Valdis Dombrovskis, la manovra, come antipata da Roma, «va ben al di là della flessibilità» consentita dal Patto di stabilità, che Bruxelles intende far rispettare. In questo contesto si inserisce anche l'ennesima polemica sull'euro. Il presidente della commissione Bilancio alla Camera, il leghista Claudio Borghi, sostiene che l'Italia «con una propria moneta risolverebbe gran parte dei propri problemi», e le successive bacchettate in arrivo dall'Ecofin, per l'occasione a Lussemburgo, e il surriscaldamento dello spread vicino quota 300 punti, costringono il premier Giuseppe Conte a intervenire e ribadire che «l'euro è la nostra moneta ed è per noi irrinunciabile». Interpellato sull'ipotesi di "Italexit" dall'euro paventata da Borghi, il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, ricorda che «l'Italia è uno dei Paesi principali dell'eurozona, ed è nell'interesse dell'eurozona avere un'Italia forte e nell'interesse dell'Italia avere un euro forte e una forte eurozona». Moscovici, che ieri aveva definito come una deviazione «molto, molto significativa» il 2,4% di deficit/Pil presentato dal governo italiano per il triennio a partire dal 2019, chiede «sangue freddo» e «spirito costruttivo» nella trattativa a Roma. Bruxelles non sarebbe per il momento pronta a concedere più di un disavanzo oltre l'1,7%. Dombrovskis, facendo eco alle parole di ieri del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, mette in guardia il governo. «Dobbiamo essere rigidi ma giusti - afferma l'alto funzionario Ue -. Juncker ha chiesto un'applicazione equa delle regole». Dombrovskis sottolinea come stia all'Italia stabilizzare lo spread e garantire che la volatilità non si diffonta per l'Eurozona. «È importante - dice Dombrovskis - che l'Italia porti avanti delle politiche fiscali macroeconomiche responsabili, mantenendo i tassi di interesse a livelli accettabili». Anche perché la maggioranza dei Paesi dell'Ue è schierata contro l'Italia sulla manovra. O almeno questo dice Hartwig Loeger, ministro delle Finanze austriaco, che ha la presidenza di turno Ue dell'Ecofin. C'è la «necessità di chiarire» da parte del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ai suoi colleghi, perché «siamo tutti insieme in questa famiglia e dobbiamo lavorare tutti insieme per la stabilità», avverte Loeger. Che taglia corto: «La maggior parte dei Paesi chiederà che le regole europee vengano rispettate». Nel frattempo i ministri delle Finanze dell'Ue promettono un giro di vite sul riciclaggio di denaro, in seguito allo scandalo da 235 miliardi di dollari che ha investito l'istituto di credito danese Danske. «Tutti hanno concordato oggi sulla necessità di una riforma, ma dobbiamo ancora discutere su come sarà nel lungo termine», chiarisce il ministro austriaco nella conferenza stampa al termine dell'Ecofin.

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