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La pensione fa paura Il 40% dei giovani è precario

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Il 30% si aspetta un assegno inferiore alla metà del reddito

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Anchela pensione è in cima ai pensieri dei giovani. Il calcolo contributivo in base al quale le pensioni saranno di mporto commisurato agli anni di lavoro svolto e la difficoltà di trovare un impiego a tempo indeterminato e quindi di versare i contributi con regolarità sono i fattori che porteranno ad assegni previdenziali molto bassi. I giovani ne sono consapevoli come indica una ricerca del Censis per la Covip. I lavoratori tra i 18 e i 34 anni credono che avranno una pensione pari in media al 53,6% del loro reddito da lavoro. E il 30% di essi si aspetta addirittura una pensione di base inferiore alla metà del reddito attuale. Insomma la vecchiaia in ristrettezze economiche fa paura e così si cercano forme di integrazione con investimenti in titoli mobiliari (38,8%), nel mattone (19%) e nella previdenza complementare (17,4%). Tra i giovani lavoratori non aderenti alla previdenza complementare, il 36% è disposto a farlo, anche se ora preferisce aspettare. Dall'indagine emerge che il 34% dei giovani teme di perdere il lavoro e non riuscire a versare i contributi (34,3%), o di diventare precari e quindi di poter versare i contributi solo in modo saltuario (32,7%). Già oggi il 39,4% dei giovani lavoratori ha un percorso contributivo discontinuo a causa di lavori precari o impieghi senza versamenti pensionistici. Solo il 23,5% dei lavoratori italiani ritiene che andrà in pensione all'età desiderata. Il 25% dei lavoratori pensa che andrà in pensione dopo i 70 anni e il 18,2% tra i 67 e i 69 anni. Ma solo il 5,2% dei lavoratori maschi e il 3,4% delle donne vorrebbero andare in pensione dopo i 70 anni. Il 31,2% desidererebbe andare in pensione addirittura prima dei 60 anni e solo il 10% degli autonomi vorrebbe andare in pensione dopo i 70 anni, così come il 2,5% dei dipendenti privati e il 2,1% degli impiegati pubblici. Voglia di fuggire dal proprio lavoro e di longevità attiva rendono insopportabile il prolungamento dell'età pensionabile. La pensione è stata a lungo percepita dagli italiani come un'opportunità per spezzare la rigidità della vita lavorativa. L'economista Carlo Dell'Aringa sottolinea la scarsa attrattiva dei fondi integrativi per i bassi tassi a causa della crisi economica al punto da far rimpiangere il Tfr. La soluzione è nella crescita. «Le imprese preferiscono utilizzare i contratti intermittenti per abbassare il costo del lavoro essendo incapaci di rispondere in modo attivo alla concorrenza, puntando sull'innovazione». Il ministro Fornero non ha volutro commentare la notizia che ci sarebbero altri 150.000 esodati. «Noi ne abbiamo salvaguardati 140 mila. Su quei dati sono fonti dell'Inps, chiedete a loro».

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