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Dijsselbloem nuovo presidente dell'Eurogruppo

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Lanomina, fortemente sponsorizzata da Berlino, non è in forse, ma il francese Pierre Moscovici - che all'inizio era sembrato interessato a candidarsi, ma poi ha rinunciato - ha messo in chiaro che il suo appoggio dipenderà da una serie di chiarimenti sulle posizioni del candidato rispetto ad alcune questioni su cui sono note le resistenze tedesche (oltre che olandesi e finlandesi). Rispondendo ai cronisti al suo arrivo alla riunione, Moscovici ha commentato con una certa ironia che Dijsselbloem «è il migliore candidato, per forza, non ce n'è che uno solo», prima di chiarire che comunque «non c'è nessun problema. Semplicemente - ha spiegato - stiamo decidendo una successione che non è un compito facile, Juncker dirige, presiede l'Eurogruppo con talento fin dalla sua creazione; bisogna che il successore sia all'altezza». Dijsselbloem, laburista, ha 46 anni ed è laureato in economia agraria. Parla perfettamente inglese e anche «un po' di francese e un po' di tedesco», fanno sapere fonti diplomatiche olandesi. Moscovici, con malcelata condiscendenza, lo ha definito «un uomo simpatico e intelligente che è appena arrivato fra noi». Sul tavolo oltre alla nomina il modo in cui il fondo anti-crisi (European stability mechanism) potrà ricapitalizzare direttamente le banche una volta che sarà in funzione la vigilanza bancaria Bce. Un accordo è lontano vista la divisione sui cosiddetti «legacy asset» (se cioè l'Esm può intervenire per i buchi precedenti l'entrata in vigore della vigilanza bancaria oppure no) tra i paesi rigoristi del fronte del nord, capeggiati da Germania, Finlandia, e il fronte del Sud. Per la Francia la discussione sulle ricapitalizzazioni bancarie non può essere disgiunta da quella sul nuovo presidente eurogruppo, Dijsselbloem. Questo perché il precedente governo olandese era contrario alla «retroattività» dell'intervento Esm nelle banche.

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