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Per Sinergia e Imco crac da 400 milioni

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Il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento delle holding dei Ligresti

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Igiudici Filippo Lamanna, Roberto Fontana e Filippo D'Aquino del Tribunale Fallimentare di Milano hanno accolto dunque la richiesta di fallimento per le due holding dei Ligresti avanzata dal pm milanese Luigi Orsi, titolare anche di un'inchiesta penale sul gruppo Ligresti che vede indagato il fondatore Salvatore Ligresti per aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza. Nell'udienza di mercoledì scorso le due società Imco e Sinergia gravate da debiti per un totale di circa 400 milioni di euro avevano chiesto ai giudici altre due settimane di tempo per presentare il piano di salvataggio, ossia un accordo di ristrutturazione del debito. La Procura di Milano si era opposta a questa richiesta, spiegando in sostanza che c'era incertezza riguardo agli investitori che avrebbero dovuto, secondo la bozza del piano di salvataggio, sottoscrivere le quote del fondo immobiliare Hines, il quale avrebbe dovuto accollarsi 243 milioni di debiti e versare 50 milioni cash. Inoltre, il pm aveva avanzato seri dubbi su alcune operazioni sospette ancora in atto, a suo dire, da parte di Imco e Sinergia con parti correlate, e avrebbero drenato risorse soprattutto da Milano Assicurazione. Bocciata dunque la richiesta di rinvio per il piano di salvataggio, è scattato il fallimento delle due holding. I giudici del tribunale di Milano nella sentenza di falimento hanno scritto che l'operazione di ristrutturazione di Sinergia e Imco «affidata al fondo Hines» dimostra «come le banche non abbiano dimostrato una adeguata disponibilità al piano di ristrutturazione». Nel provvedimento si legge che ci sono «rischi di inquinamento dei valori di mercato delle partecipazioni e di aggiotaggio relativo alle società collegate, alcune delle quali quotate in Borsa». Anche per questo, secondo il collegio, non si è potuto concedere «un ulteriore differimento», considerando anche il fatto che «la richiesta di rinvio» non era supportata «da sufficienti elementi di serietà». Secondo i giudici solo la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza avrebbe manifestato la concreta intenzione di aiutare Sinergia e Imco; questa non rientra tra le otto banche che avevano sottoscritto la lettera del 30 aprile 2012 e vanta un credito minore.

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