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Metà pensionati è sotto i mille euro

Una macchinetta contabanconote euro

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Il tema degli esodati è ancora incandescente. Ieri c'è stato l'ennesimo botta e risposta a distanza tra il ministro del Lavoro Elsa Fornero e il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Il nodo del contendere è sempre la questione dei numeri degli esodati, ovvero quei lavoratori che hanno fatto accordi per uscire dal lavoro ma che a causa dell'allungamento dell'età pensionabile rischiano di restare senza lavoro e senza pensione. Fornero ha prospettato una soluzione in due tempi. Prima ci sarà un decreto per salvaguardare la posizione di 65.000 persone, poi il Governo studierà insieme alle parti sociali una soluzione per coloro che resteranno esclusi. Una via d'uscita che però, ha tenuto a ribadire il ministro. «non dovrà scardinare la riforma previdenziale». La questa ipotesi è stata rispedita al mittente da Camusso che ha definito la soluzione in due tempi come «disprezzo per i lavoratori». Per ora quindi continua a non essere chiaro nè il numero di coloro che potrebbero restare fuori dal decreto nè le risorse necessarie per salvaguardare tutti coloro che rischiano di restare a causa delle nuove norme di accesso al pensionamento senza lavoro e senza pensione. «Il Governo non è nè sordo nè cieco ai problemi del Paese - ha detto Fornero - risolveremo il problema. Abbiamo 65.000 persone che vengono salvaguardate ma ci dicono che non bastano e ci sono persone non incluse. Studieremo il problema. Se dobbiamo trovare risorse lo faremo». La logica del decreto è che «è meglio dare risposte a chi ha incertezze in tempi brevi, piuttosto che cercare una soluzione in tempi lunghi anche per chi non è ancora in queste condizioni». Con i sindacati si potrà poi «guardare ai problemi delle altre categorie, che sono ancora al lavoro, e quindi difficilmente enumerabili». L'Ugl si dice scettico sulla possibilità che il problema sia risolto mentre la Uil chiede «più rispetto per i pensionati» e un impegno formale del governo e del Parlamento «a trovare le risorse necessarie». Solo la Cisl parla di proposta realistica, ma chiede un accordo formale con il governo che lo impegni politicamente su nuove risorse. La Cgil trova nel presidente dell'Inps una sponda. Mastrapasqua ha chiesto «una soluzione per tutti gli esodati» e non solo per i 65.000 considerati nel decreto interministeriale. L'occasione è la presentazione del Rapporto annuale dell'Inps. Lo scenario delineato dall'Istituto è grave. Nel 2011 oltre sette milioni di pensionati (il 52% dei 13,9 milioni di pensionati Inps) avevano redditi da pensione inferiori ai 1.000 euro al mese. Se si considerano solo gli assegni (non i beneficiari), oltre i tre quarti del totale (il 77%) sono sotto quota mille euro (il 49,1% è sotto i 500 euro). Il reddito pensionistico medio (1.131 euro) dei pensionati è superiore alla pensione media (770 euro) perché i pensionati possono essere titolari di più trattamenti. Le donne rappresentano il 59% dei pensionati ma percepiscono solo il 44% del reddito complessivo. Le donne hanno un assegno in media quasi la metà degli uomini: 569 euro al mese contro 1.047 euro. L'Inps ha erogato nel 2011 18,4 milioni di pensioni (incluse le indennità di accompagnamento agli invalidi civili) sia di natura previdenziale che assistenziale per una spesa pensionistica complessiva pari a 195,8 miliardi di euro (+2,4% su 2010). Le pensioni previdenziali (vecchiaia, anzianità, invalidità, inabilità, superstiti) sono 14,8 milioni per una spesa di 170,5 miliardi e un importo medio mensile di 859 euro. Nel 2011 l'Istituto ha speso per il sostegno al reddito 19,1 miliardi (a fronte dei 19,7 miliardi del 2010), cinque dei quali per la cassa integrazione. Nell'anno l'Istituto ha registrato un forte calo per le pensioni di vecchiaia (-29,3%) e per quelle di anzianità (-14,7%) grazie all'effetto finestra mobile (l'attesa di un anno per la pensione una volta raggiunti i requisiti) e il nuovo scalino per la pensione di anzianità (da 59 a 60 anni a fronte di almeno 36 anni di contributi). I dati del Rapporto annuale non risentono naturalmente della riforma Fornero in vigore dal 2012 (ma i cui effetti inizieranno a dispiegarsi nel 2013 poichè quest'anno va in pensione chi ha raggiunto i requisiti nel 2011 e deve aspettare i 12-18 mesi previsti dalla finestra mobile). L'Inps ha fatto il punto anche sull'attività ispettiva. Sono stati effettuati circa 73.722 controlli che hanno portato alla scoperta di 57.224 aziende irregolari e 56.660 lavoratori irregolari o completamente in nero. Nel complesso sono emerse omissioni contributive per più di 981 milioni. Sono numeri «da brivido» afferma la Confesercenti e sottolinea che «milioni di italiani, dopo aver lavorato tutta la vita, riscuotono pensioni da fame che non permettono neanche di sopravvivere». Il Codacons va oltre: sotto la soglia di 1.700 euro la vita è fatta solo di rinunce.

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