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Fiat senza freni sul mercato italiano Le vendite sono scese dell'11,2%

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Chrysler accelera. Negli Usa ha registrato un balzo del 30%

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Ilmese scorso, con un calo annuale del 14,26% a 147.102 unità, è andata leggermente meglio rispetto ad aprile (-17,99%), ma il sesto arretramento consecutivo ha riposizionato i volumi di maggio sui livelli del 1993. Senza un intervento immediato del Governo, invocano gli esperti, l'Italia va verso la «demotorizzazione», processo che, secondo i costruttori esteri riuniti nell'Unrae, sarebbe già in atto da gennaio. Più sollevato il commento del Lingotto, che evidenzia come a maggio i marchi del Gruppo Fiat abbiano fatto meglio del mercato, così come ad aprile, limitando il calo all'11,2% (con 46.500 vetture vendute). La quota di mercato è quindi salita di 1,1 punti percentuali, attestandosi al 31,6%, contro il 30,5% di un anno fa ed il 31,4% di aprile. Aumentano la quota anche i brand Fiat (+1,1 punti percentuali) e Lancia (+0,2 punti percentuali), mentre e Panda, Punto e 500 sono ancora al vertice della top ten del mese. Ma il vero boom il gruppo Fiat lo ha fatto in America, dove a maggio in Usa le vendite Chrysler sono balzate del 30% a 150.041 auto vendute, e le vendite del gruppo Fiat-Chrysler in Canada sono cresciute del 7%, grazie anche al successo della Fiat 500 (+19%), mentre in Messico si sono impennate del 24%. Tornando in Italia, a maggio hanno subito notevoli perdite anche le vendite dei principali marchi esteri. Volkswagen cede il 20,13%, Ford il 27,76% mentre la terza in classifica Opel il 24,2%. Tra le tedesche di lusso, in testa c'è Audi, che cede appena lo 0,26%, seguita da Mercedes (-13,42%) e Bmw (-13,41%). In controtendenza, Kia (+81,91%), Dacia (+23,82%) e Chevrolet (+13,72%). Tra gli osservatori il meno catastrofista è il Centro Studi Promotor GL events, che attribuisce all'incremento delle vendite di auto con alimentazione a metano e gpl, grazie al prezzo più conveniente, il «piccolo ma significativo» segnale di ripresa del mercato a maggio. Federauto chiede al governo di «dichiarare con chiarezza, e subito, se e come intende intervenire nel settore». L'Unrae evidenzia che «in Italia sta avvenendo una demotorizzazione».

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