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Facebook diventa "Facebluff"

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Continua a sprofondare a Wall Street la neo quotata Facebook. Quello che si annunciava come uno fra gli sbarchi in Borsa più fruttuosi dell'anno rischia invece di trasformarsi in uno dei peggiori scivoloni nella storia del collocamento dei titoli tecnologici di tutti i tempi. E intanto emerge che, appena prima della partenza delle contrattazioni, Morgan Stanlay, tra l'altro primo partecipante al collocamento, aveva rivisto al ribasso le sue previsioni sul fatturato del social network. Secondo Cnbc, proprio quest'operazione potrebbe aver contribuito in maniera piuttosto influente a innescare una serie di scetticismi tra gli investitori. Il prezzo iniziale dell'offerta di azioni del social network era stato stabilito in 38 dollari per ogni titolo Facebook, collocato sul Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici Usa con il simbolo «FB». Alla prima seduta, venerdì scorso, si era registrata un'altalena delle quotazioni con un finale in attenuazione sui livelli di inizio scambi. L'altro ieri, il titolo ha subìto un crollo di quasi l'11 per cento e negli scambi mattutini di ieri la caduta è proseguita con un ulteriore meno 7 per cento. A 31,65 dollari le azioni Facebook avevano già perso il 17,22 per cento rispetto al prezzo dell'Ipo. Questo, in sintesi, il riassunto dlla caduta libera del titolo: 42 dollari, la cifra dell'esordio; 38 dollari, il prezzo di collocamento; 36 dollari, l'apertura della seconda giornata; 34 dollari, la chiusura della giornata dell'altro ieri; 32 dollari, il prezzo verso cui si è diretto il titolo durante le trattative pre-market; 30 dollari, la cifra che il gruppo rischia di sfondare se sarà confermata la tendenza al ribasso dei primi minuti di contrattazione di ieri. In percentuale un quadro che si può riassumere così: +0.61% il primo giorno (rispetto al prezzo di collocamento, ma rispetto all'apertura la caduta era stata verticale); -10.99% il secondo giorno; -8% dopo pochi minuti al terzo tentativo, per poi ripiegare parzialmente e stabilizzare la caduta verticale registrata all'inizio della seduta di ieri. Dati i numeri attuali, Facebook ha ormai visto andare in fumo un quarto del proprio valore di capitalizzazione, con un prezzo che inizia a farsi maggiormente appetibile per coloro i quali intravedevano nel gruppo una possibile opportunità. Chi ha acquistato al di sopra dei 38 dollari, invece, è adesso alle prese con un pesante rammarico poiché la fretta è stata cattiva consigliera. In tre giorni Facebook è passato da un valore potenziale pari a 100 miliardi agli attuali 75. Secondo alcune stime analitiche sul potenziale del gruppo, tale valore è destinato a scendere in virtù della necessità di ricalibrare il valore alle reali potenzialità del social network.

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