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Il fisco stana l'evasore. Tesoretto già speso

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L'erario nel 2011 ha recuperato 12,7 miliardi. Ma le entrate son già bilancio

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1.Si tratta del maltolto ai furbetti che tengono nel loro cassetto risorse prodotte da destinare alla collettività. Un lavoro duro per i funzionari dell'agenzie delle entrate che ha portato a casa un risultato encomiabile. Solo per le casse dello Stato però e non per i contribuenti onesti, quelli che le tasse le paganto tutte fino all'ultimo euro. Già, il malloppo è stato già inserito nelle poste del bilancio dello Stato. Niente dividendo almeno per ora. E soprattutto nessun tesoretto. A spegnere gli entusiasmi è stata la stessa Agenzia delle Entrate che in una nota ha affermato: «Le somme incassate nel 2011 dall'attività di recupero dell'evasione, pari a 12,7 miliardi, sono già iscritte nel bilancio consuntivo dello Stato dello stesso anno e hanno, quindi, contribuito al miglioramento del saldo di finanza pubblica. Pertanto non esiste alcun tesoretto». Per la cui formazione bisogna aspettare l'attività degli ispettori del del fisco che contano già nel 2012 di migliorare i risultati ma soprattutto «auspicano un cambiamento culturale» affinché siano gli adempimenti spontanei ad aumentare. È stato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ieri ha fatto il punto sui risultati della lotta all'evasione. I controlli sono stati 697.000, quasi duemila al giorno, in calo però rispetto a quelli del 2010. «Disturbiamo meno i contribuenti onesti», ha detto Befera facendo notare che nonostante il calo dei controlli è aumentato l'ammontare dell'evasione scovata. Nel 2011 la maggiore imposta accertata ha infatti superato i 30 miliardi di euro. L'evasione resta dunque una piaga. L'Eurispes stima che l'economia sommersa in Italia nel 2011 sia stata pari a 540 miliardi di euro, praticamente il 35% del prodotto interno lordo ufficiale. Ma il direttore delle Entrate ha spiegato che i blitz di Cortina e di Trastevere non sono state operazioni mediatiche. Le operazione di controllo a tappeto condotte dall'Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza, «rientrano nell'attività ordinaria e proseguiranno». Befera ha salutato come un successo l'assottigliarsi del «tax gap» sul fronte dell'Iva. E cioè della differenza tra l'Iva potenziale prodotta nel Paese e quella parte effettivamente versata. «È questo più dei 12,7 miliardi di euro il segnale che quello che stiamo facendo sta funzionando», ha detto Luigi Magistro, direttore centrale dell'accertamento dell'Agenzia. Magistro ha riferito anche che «non ci sono i presupposti» per far uscire la Svizzera dalla black list. Una spina per l'Italia, così vicina ad una della cassaforti per coloro che scelgono di evadere. Le segnalazioni dell'Ufficio dell'Agenzia delle Entrate per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali sono state 267 nel 2011 e hanno scovato attività estere e trasferimenti non dichiarati per 7,853 miliardi. L'evasione fiscale tocca tutti i segmenti dei contribuenti ma dei 30,433 miliardi di euro di maggiore imposta accertata nel 2011, quasi la metà (13,566 miliardi) ha riguardato controlli effettuati tra le imprese di piccole dimensioni e gli autonomi. Dei 697.248 accertamenti eseguiti, oltre mezzo milione hanno riguardato persone fisiche e 178.263 piccole impresei; 16.080 imprese di medie dimensioni e 2.763 grandi contribuenti. Il 31% delle somme arrivate dagli accertamenti è invece attribuibile ai controlli sui grandi contribuenti. Per la riscossione da ruoli, effettuata da Equitalia, l'aumento è stato del 2,3% e l'incasso si è attestato a quota 4,5 miliardi di euro. L'Agenzia delle Entrate sta affilando una nuova arma, il «redditometro», attraverso il quale sarà possibile mettere a confronto le dichiarazioni con la capacità di spesa. »Siamo alla fase del collaudo«, ha detto Befera.

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