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Lavoro, Monti: scelte pesanti ma eque Fornero: sull'articolo 18 non cederemo

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Il premier Mario Monti (C)

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Sulla riforma del mercato del lavoro "alla fine deve essere il Parlamento a decidere". Lo ha sottolineato il presidente del consiglio Mario Monti, parlando ai giornalisti in volo verso Seul dove parteciperà al vertice sulla sicurezza nucleare. Il premier ha tuttavia ricordato anche che "la responsabilità del governo è quella di presentare al Parlamento una proposta che riteniamo equa e abbastanza incisiva e prospettare le ragioni per le quali, pur essendo il parlamento sovrano, cercheremo di avere un risultato in tempi non troppo lunghi e il più vicino possibile a quanto abbiamo presentato". Monti ha ammesso di "sentire il peso delle decisioni non facili che il Parlamento in questi ultimi giorni ha dovuto prendere". Anzi, ha aggiunto, "dal 16 novembre, da quando ci è stata affidata questa  responsabilità non abbiamo potuto evitare di prendere decisioni difficili" ma sempre "cercando di essere equi e distribuire i sacrifici e i contributi delle diverse parti economiche e sociali al risanamento dell'Italia". "Lo scopo - ha ricordato il premier - è quello di far crescere l'Italia: ma non ci si può illudere che questo avvenga dall'oggi al domani, dopo qualche decennio gestito in modo non ottimale". Monti ha comunque sottolineato che "quando si tratta di lavoro, di sindacati, di forze sociali, di elemento umano, il rispetto per tutti i soggetti coinvolti nella consultazione è grande". Il ministro del Lavoro: sull'art. 18 non cederemo Fornero specifica ulteriormente quanto detto dal premier Monti sulla riforma che verrà approvata salvo intese. "Non vuol dire - spiega - che la discussione è ancora aperta e che per un'altra settimana riparte la giostra. Il provvedimento è quello". "Sull'art. 18 - prosegue -, il senso della nostra riforma è chiaro: nei licenziamenti per motivi economici oggettivi è previsto l'istituto dell'indennizzo e non quello del reintegro. Questo principio base della legge dovrà essere rispettato". "Il Pd - fa sapere inoltre il ministro - si è più volte dichiarato disponibile a una "manutenzione" sull'articolo 18 anche se noi non abbiamo mai capito cosa questo significhi nella pratica. Quanto alla Cgil, non ci ha mai fatto controproposte". "Noi siamo sereni" afferma ancora Fornero "con questo provvedimento per la prima volta dopo tanti anni cerchiamo di creare le condizioni per aumentare l'occupazione, rimettiamo mano agli ammortizzatori sociali". E, sullo strumento tecnico aggiunge: "Un decreto legge sarebbe stato una forzatura ma guai - avverte - se questo venisse letto come un cedimento che consente ai partiti di fare melina, di annacquare la riforma. Sarebbe un disastro per l'Italia, anche sui mercati".  

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