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Ue divisa sul fondo salva-Stati

Olli Rehn, Mario Monti, Jean-Claude Juncker e Mario Draghi

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La soluzione del caso Grecia ancora aperto, l'esame delle misure italiane che subito raccolgono il plauso europeo, la discussione sul futuro fondo salva-Stati da potenziare in qualche modo: nella loro prima riunione del 2012 i ministri economici dell'Eurogruppo avviano il confronto su tutti i temi caldi e preparano la strada ai capi di Stato e di governo che si vedranno lunedì per chiudere la partita sul patto di bilancio, quel "fiscal compact" che la Bce ha chiesto e ottenuto per rafforzare la governance dell'Eurozona. ITALIA SOTTO LENTE Il primo punto lo segna l'Italia, uno dei protagonisti della riunione: il premier Mario Monti illustra le misure sulle liberalizzazioni appena approvate e incassa il sostegno dei colleghi e del commissario agli Affari economici Olli Rehn che gli esprime il suo "grandissimo apprezzamento" per la forma e la velocità dell'azione del suo governo. Il commissario ha più volte sottolineato come l'Italia abbia fatto sforzi sorprendenti in poco tempo, ma Bruxelles, in linea con il mandato del leader Ue, prosegue il monitoraggio. GRECIA ALLE STRETTE Il dossier Grecia finisce di nuovo sul tavolo dei ministri, dopo oltre sei mesi dall'accordo Ue che ha dato il via libera alla partecipazione dei privati al secondo piano salva-Atene. I problemi sono nati proprio allora: l'intesa prevedeva una perdita per i privati del 20% sui titoli greci nel loro portafoglio, ma la soglia si è presto rivelata insufficiente a causa del deterioramento delle finanze greche ed è quindi salita al 50%. Ora il problema che vede opposti governo greco e i suoi creditori è sui tassi di interesse dei nuovi bond che sostituiranno i vecchi: i privati non vogliono scendere oltre il 4%, il governo greco non vuole salire sopra il 3%. Dall'accordo, che dovrebbe essere vicino, dipendono gli aiuti futuri, vitali per evitare il fallimento di Atene. FONDO SALVA-STATI I ministri discutono una bozza di trattato dell'Esm, il fondo salva-Stati che sostituirà l'attuale Efsf e che i leader Ue vogliono operativo a partire da luglio. Sul tavolo c'è l'ipotesi di accelerare il versamento dei capitali per assicurare che entro luglio il fondo salva-Stati europeo avrà una potenza di fuoco di almeno 500 miliardi, combinando insieme Efsf ed Esm. Inoltre, i ministri prendono in considerazione anche l'ipotesi di raddoppiare la potenza di fuoco del Esm a 1.000 miliardi perché "potrebbe essere considerata significativa da mercati e partner internazionali". Al vaglio anche la possibilità di poter intervenire direttamente per le banche in difficoltà. Ma l'aumento del fondo divide la Ue: se si allarga la fronda di coloro che premono per un incremento, che oggi conta il commissario Rehn, il premier Monti, il presidente della Bce Mario Draghi e il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, la cancelliera tedesca Angela Merkel continua a fare resistenza e cede solo sull'accelerazione dei versamenti. FISCAL COMPACT I ministri economici della zona Euro si confrontano per la prima volta sulla quarta bozza del trattato sul patto di bilancio che rafforza la governance europea. Oggi Draghi ha chiesto che non venga annacquato. L'attuale testo prevede sanzioni pecuniarie fino a un massimo dello 0,1% del Pil per i Paesi che non si adeguano alle nuove regole sul deficit (non oltre lo 0,5% annuo) e, a partire dal 2013, aiuti riservati esclusivamente ai Paesi che avranno ratificato il nuovo accordo. Le multe, secondo quanto si legge nel documento sul tavolo dell'Eurogruppo, "dovranno essere versate all'Esm". A decidere l'importo delle ammende «adeguate alle circostanze» sarà la Corte di giustizia Ue e la sanzione pecuniaria potrà scattare quando il Paese al centro della procedura risulterà recidivo, ovvero colpevole di non aver rispettato una prima sentenza di condanna emessa dalla stessa Corte per il mancato rispetto degli obblighi imposti dal nuovo Patto. Ma sul meccanismo di sanzioni non c'è accordo. Dubbi anche sul ruolo della Corte di Giustizia che vigila sull'applicazione dei nuovi obblighi.  

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