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Sarkò: Merkel ci porta alla catastrofe

Merkel (S) e Sarkozy

Monti: senza riforme danni gravi

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Ci è arrivato anche il presidente francese Nicolas Sarkozy. Il problema della crisi dell'euro e dell'intera costruzione europea ha un solo responsabile: la Germania e la sua cancelliera Angela Merkel. Altro che risolini e ammiccamenti rivolti all'ex premier Silvio Berlusconi. Ieri le parole dell'inquilino dell'Eliseo hanno svelato un livore e un'acredine inusitata nei confronti della collega teutonica. Il cancelliere ci «sta facendo correre verso la catastrofe» ha detto Sarkozy al termine della trilaterale di giovedì scorso a Strasburgo con la stessa Merkel e con il presidente del Consiglio Mario Monti. Uno sfogo con alcuni fedelissimi dedicato all'atteggiamento inflessibile della leader di Berlino. «Merkel ci crea un gran casino in Europa. Diventa complicato...Ci sta facendo correre verso la catastrofe», ha tuonato - rigorosamente a microfoni spenti - il presidente francese, secondo quanto ha riportato ieri il settimanale satirico Le Canard Enchainè. Insomma anche la Clemenceau, la portaerei orgoglio della marina francese ha cominciato a sparare cannonate pesanti contro la Bismarck. Nave simbolo dell'efficienza dell'industria tedesca ma colata a picco ugualmente. Non poteva essere altrimenti. Per troppo tempo Sarkozy ha fatto da spalla all'atteggiamento rigorista in termini di disciplina di bilancio dei paesi più deboli dell'Europa. Un abbraccio che si è tramutato in una stretta mortale per la Francia. Che anche a causa della rigidità tedesca a utilizzare strumenti di maggiore flessibilità monetaria. Tre giorni dopo lo sfogo rilevatore della tensione che ormai aleggia nelle cancellerie europee, esattamente domenica 27, Sarkozy si è tuttavia mostrato più fiducioso, dicendo ai suoi consiglieri di avere la «speranza» di riuscire a convincere la Merkel ad attribuire un maggior peso alla Bce per salvare l'eurozona, in cambio di un rispetto assoluto del rigore di bilancio nei singoli Stati membri. Uno sforzo vano, visto che in un'ennesimo colloquio telefonico, martedì pomeriggio, i leader di Francia e Germania non hanno raggiunto neanche l'ombra di un'intesa, rimanendo arroccati sulle loro rispettive posizioni. Insomma l'idillio tra le due sponde del Reno sembra finito. I tedeschi insistono essenzialmente sull'ortodossia finanziaria, pretendendo una «super-Maastricht». Mentre i francesi vogliono come contropartita un meccanismo di solidarietà finanziaria, che si tratti di interventi della Bce, della creazione di eurobond, o del rafforzamento del Fondo europeo di stabilità finanziaria (Fesf).Per ora la politica europea ha utilizzato molte parole ma pochi sono i fatti reali. Un esempio di come si prende di petto la crisi lo hanno dato ieri le banche centrali rilanciando la liquidità in valuta estera per gli istituti europei, che rischiano un «credit crunch» in grado di mettere in ginocchio l'economia mondiale. Si è mossa anche l'Italia, mobilitando il Conto disponibilità del Tesoro come da tempo chiedeva la Bce e dando alle banche italiane oltre cinque miliardi di liquidità a un giorno. Bce, assieme alla Fed americana, alla Banca del Giappone, alla Bank of England e all''istituto centrale svizzero hanno annunciato una serie di «azioni coordinate» per «attenuare le tensioni sui mercati finanziari». Gli accordi di «swap» con cui la Bce (ma anche le altre) dà alle banche europee liquidità in dollari continueranno fino a inizio 2013 e costeranno di meno, con uno «spread» dimezzato a 50 punti base sul tasso di riferimento, chiamato «Ois». Una decisione a sorpresa, che ha fatto balzare le borse e l'euro.

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