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Crisi, Sarkozy: "O ne usciamo insieme o ognuno morirà dalla sua parte"

Il presidente francese Nicolas Sarkozy

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«O ne usciamo insieme od ognuno di noi morirà»: usa toni da psicodramma il presidente francese Nicolas Sarkozy, riferendosi alla crisi nei Paesi della zona euro durante un incontro con i sindaci di Francia, alla vigilia della trilaterale a Strasburgo con il presidente del Consiglio, Mario Monti e con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Oggi - dopo il monito di Moody's e Standard & Poor's - anche Fitch ha messo in guardia Parigi: se lo scenario economico peggiora, ha avvertito l'agenzia, la Francia rischia la tripla A, la massima votazione delle agenzie di rating, normalmente attribuita ai primi della classe. Giorno dopo giorno, il timore che la Francia sia la prossima nella lista dopo Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, si fa più concreto. Mentre lo spread, vale a dire il differenziale tra i bond francesi e il bund tedesco, uno dei principali indicatori di fiducia degli investitori, è tornato oggi a salire, sfiorando i 180 punti, una situazione inimmaginabile appena qualche mese fa, la scorsa primavera, quando era al di sotto dei 40 punti. Non va meglio la Borsa, che a chiuso la seduta in negativo, -1,68% a 2.822,43 punti, raggiungendo il livello più basso degli ultimi due mesi. A cinque mesi dalle presidenziali, mantenere la preziosa tripla A è diventata per Sarkozy la priorità nazionale e il governo ha assicurato che il bilancio 2012 è stato costruito proprio in funzione di questo obiettivo. In meno di tre mesi Parigi - che ha dovuto procedere a una revisione al ribasso delle stime di crescita del 2012, dall'1,75% all'1% - ha messo in campo ben due piani di rigore per rispondere all'imperativo categorico dell'attuale presidente, che teme per la sua riconferma all'Eliseo. «Se perdo la tripla A sono morto», ha confidato il presidente, rivolgendosi ad alcuni suoi fedelissimi nelle scorse settimane. Per scongiurare il peggio, il capo dell'Eliseo punta anche sulla Banca centrale europea (Bce), che a suo avviso deve continuare ad acquistare i titoli di Stato dei Paesi in crisi. «Su questa crisi lavoriamo giorno e notte. È eccezionalmente grave. E l'intervento della Bce Š l'unica soluzione», ha detto rivolgendosi ai suoi ministri, secondo quanto si legge sul settimanale satirico Le Canard Enchainè, sempre molto ben informato sui retroscena dell'Eliseo. Quanto all'ipotesi di introdurre gli Eurobond, richiederà «mesi, se non anni», mentre la crisi del debito Š un problema urgente che va risolto «rapidamente», ha sottolineato un consigliere dell'Eliseo, citato dallo stesso Canard. «Affinché‚ gli eurobond funzionino - ha aggiunto - bisogna prima convincere i Paesi reticenti come la Germania. Poi bisognerà creare un sistema di controllo dei bilanci nazionali per fare in modo che non si approfitti di questa manna. Infine, bisognerà modificare i trattati europei. Tutto ciò prenderà mesi, se non anni, mentre il problema dei tassi di interesse del debito sovrano deve essere risolto rapidamente».  

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