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Le professioni investono nelle infrastrutture

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Unfondo infrastrutturale lanciato dalle professioni tecniche unite raccogliendo le loro competenze e il loro risparmio previdenziale. Lo ha annunciato ieri mattina a Roma, Paola Muratorio, presidente di Inarcassa, in apertura del convegno «Qualità e crescita economica» organizzato dalle Casse di previdenza (Inarcassa, Epap, Cipag e Eppi) e dai i Consigli nazionali delle professioni tecniche (Architetti, Chimici, Dottori Agronomi e Dottori Forestali, Geologi, Geometri, Ingegneri, Periti Agrari, Periti Industriali e Tecnologi alimentari), che rappresentano complessivamente 522 mila professionisti italiani, per un fatturato complessivo di oltre 12,7 miliardi di euro e un capitale di 7,3 miliardi di euro. Il Fondo parte con apporto iniziale (di 100 milioni di euro), ma ha obiettivi - spiegano le quattro casse di previdenza - ben più ambiziosi in funzione delle possibili adesioni all'iniziativa e dell'effettiva possibilità di sviluppare l'idea cogliendo tre obiettivi: redditività per gli investitori, opportunità di lavoro per le professioni, beneficio per la collettività. «In una fase di estrema difficoltà economica del Paese - ha sottolineato il presidente di Inarcassa Paola Muratorio - che ha toccato tutti i settori economici con ripercussioni sulle professioni tecniche, portando ad un rallentamento degli investimenti (oltre al cronico ritardo dei pagamenti e mancanza di ammortizzatori sociali), abbiamo voluto dire come professioni tecniche "noi ci siamo", mettendo a disposizione del Paese le nostre capacità intellettive e da oggi, un fondo reale, a disposizione della collettività». L'iniziativa consiste nel supportare la costituzione di un Fondo dedicato alle infrastrutture a vocazione "greenfield", ovvero privilegiando quelle iniziative incomplete e bisognose di una rivitalizzazione di idee, di capitale, di gestione per trovare una utilità economica per gli investitori e di servizio per la collettività.

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