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Atene: referendum sugli aiuti. L'Europa trema

George Papandreou

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L'annuncio choc del premier greco George Papandreou di indire un referendum sul salvataggio della Grecia rischia di aggravare la crisi dei debiti sovrani in Europa. Papandreou ieri che l'accordo sul debito raggiunto al vertice Ue della scorsa settimana sarà sottoposto al giudizio degli elettori ma non ha fornito informazioni ulteriori sul referendun che sarebbe il primo in Grecia dal 1974. Il ministro delle finanze ellenico, Evangelos Venizelos, ha detto che la consultazione popolare ci potrebbe essere all'inizio del 2012.   I GRECI VOTEREBBERO NO "Se ci sarà un referendum sul secondo salvataggio di Atene il risultato più probabile sarà una sua bocciatura", spiegano gli analisti.  Per il premio Nobel all'economia, Christopher Pissarides, "è difficile prevedere cosa succederà alla Grecia se il pacchetto di aiuti venisse respinto. Ci saranno conseguenza negative per l'Eurozona e pesantissime per Atene. Il Paese molto probabilmente dichiarerà immediatamente il default ed uscirà dall'euro".  Per il ministro finlandese agli Affari europei, Alexander Stubb, il referendum ellenico sarà un voto sull'appartenenza del Paese all'eurozona. "La situazione è così difficile che fondamentalmente sarà un voto sulla loro adesione all'euro", ha detto in un'intervista televisiva a Mtv3. "Sembra una mossa per fare retromarcia sull'accordo raggiunto", ha detto il capogruppo parlamentare dei Liberali democratici tedeschi, Rainer Bruederle, in toni piuttosto irritati, secondo quanto scrive Reuters. ALLARME DI FITCH Il referendum sulle nuove misure di risanamento concordate in cambio degli aiuti europei mette a repentaglio la stabilità e la "vitalità" stessa dell'area euro, afferma l'agenzia Fitch con un comunicato. Una eventuale bocciatura del programma di aiuti di Ue e Fmi appena negoziato "accrescerebbe i rischi di una incontrollata insolvenza sui pagamenti e potenzialmente di una fuoriuscita della Grecia dell'euro. Entrambe queste circostanze - afferma Fitch - avrebbero gravi ripercussioni sulla stabilità finanziaria e sulla vitalità dell'area euro".   "PAPANDREOU SENZA SCRUPOLI" Sconcerto ed irritazione anche nel mondo politico greco. Antonis Samars, leader di Nea Dimocratia (il principale partito dell'opposizione (centro-destra), secondo i media è "molto irritato" con il premier perché, a suo parere, "i cittadini greci corrono adesso il rischio di trovarsi davanti ad un dilemma che identifica l'accordo del recente Vertice europeo con la permanenza della Grecia nell'eurozona". Yannis Michelakis, il portavoce di Nea Dimocratia, ha definito Papandreou "un uomo senza scrupoli" e lo accusa di "giocare a testa o croce la permanenza del Paese nell'eurozona, che è sempre stata una scelta strategica del popolo greco".  

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