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Chrysler spinge Fiat Nel terzo trimestre utile di 112 milioni

I centri direzionali di Chrysler e Fiat

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Utili in salita, dissidi ricomposti e investimenti confermati. L'ibrido Fiat-Chrysler di Sergio Marchionne si è finalmente messo in moto. Il terzo trimestre, il primo in cui si riflette per intero il contributo della casa di Detroit, chiude con un utile netto di 112 milioni di euro che, escludendo le componenti atipiche, sarebbe di 300 milioni di euro. L'utile della gestione ordinaria è di 851 milioni di euro, con Chrysler che conta per due terzi del totale, mentre i ricavi del gruppo ammontano a 17,6 miliardi. L'acquisizione delle quote in Chrysler detenute dal Dipartimento del Tesoro statunitense e dal Canada (pari a complessivi 0,5 miliardi di euro) è tra le cause dell'aumento dell'indebitamento che sale a 5,8 miliardi. Chrysler haì registrato un utile della gestione ordinaria di 556 milioni, con un margine sui ricavi del 6%, contro i 128 milioni di euro, con un margine del 2%, realizzati da Fiat. La cura-Marchionne sembra dunque aver funzionato anche per Chrysler, finalmente tornata in utile. Lo testimoniano anche le vendite della casa americana, che tra luglio e settembre è riuscita a mettere sul mercato 469mila auto. In pratica, lo stesso livello di Fiat, che nel trimestre ne ha vendute 460mila. Risultati positivi, dice l'amministratore delegato della casa e di Fiat, Marchionne, «completamente in linea con il piano delineato nel novembre 2009». Ricomposti anche i dissidi sindacali con i lavoratori di Detroit. «In ottobre, insieme a United Auto Workers», chiarisce Marchionne, «abbiamo messo a punto un contratto quadriennale solido che ci sosterrà nei piani di crescita e premia in modo significativo i dipendenti per il loro contributo alla rinascita di Chrysler». I buoni risultati del gruppo spingono in alto anche la liquidità, ormai a quota 20,8 miliardi: ma in questo caso è Fiat a fare la parte del leone, con 12,8 miliardi contro gli 8 di Chrysler. Il Lingotto conferma poi gli obiettivi previsti per 2011. Che, per la fine dell'anno, valutano l'utile della gestione ordinaria in una cifra superiore ai 2,1 miliardi di euro messi a segno lo scorso anno. I ricavi, invece, dovrebbero essere di 58 miliardi, mentre la liquidità disponibile dovrebbe rimanere superiore a 18 miliardi e l'utile netto a 1,7 miliardi di dollari. Confermati pure i piani di investimento del Lingotto in Italia, anche se – fa sapere Fiat in una nota diffusa contestualmente alla comunicazione dei dati trimestrali – la società si asterrà d'ora in avanti dal formulare qualsiasi riferimento al progetto Fabbrica Italia. La precisazione è una risposta alla Consob, che aveva chiesto alla Fiat maggiori informazioni al riguardo lo scorso 20 ottobre. Una decisione presa «alla luce dei possibili fraintendimenti, equivoci ed irrealistiche attese di dettaglio collegate al progetto», recita il comunicato da Torino. Fiat lamenta anche che «la dettagliata richiesta di Consob sia divenuta di pubblico dominio e sia stata ripresa dalla stampa» e fa sapere «di non essere in condizione di fornire informazioni nel necessario livello di dettaglio».

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