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Fumata nera in Cdm sulle pensioni Sviluppo, mistero sui 12 condoni

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Da sinistra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi

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Il Consiglio dei ministri è terminato senza assumere una decisione in merito al nodo pensioni. Secondo le stesse fonti si dovrebbe tenere stasera una cena tra il premier Silvio Berlusconi e alcuni ministri. E' possibile che domani si tenga un nuovo Consiglio dei ministri. Nella nuova bozza del dl Sviluppo sono previsti 12 tipi di condono. Si va dalla riapertura per gli anni pregressi alla regolarizzazione delle scritture contabili, fino a quello per i tributi locali. Ma in una nota il Ministero dello Sviluppo economico smentisce la bozza del nuovo provvedimento che includerebbe anche il concordato fiscale e la sanatorie del canone Rai. "Nelle anticipazioni stampa vi sono norme non contenute nel provvedimento di sviluppo - precisano da via Veneto - su cui sta lavorando il ministero dello Sviluppo economico. In particolare notizie riguardanti l'esistenza nel testo di 12 condoni sono del tutto infondate". Nella bozza, smentita dall'Mse, le norme studiate "perdonano" gli evasori. Si va da chi negli anni passati non ha per niente presentato la dichiarazione fino alla regolarizzazione del canone Rai non pagato. Nella bozza circolata oggi la copertura delle spese è garantita proprio dalle sanatorie: undici norme diverse più una dodicesima che consente ai contribuenti infedeli di cumulare anche più "definizioni" fiscali tra loro. Sul tema delle pensioni il governo resta diviso e il Cdm non decide. Si tratta ad oltranza a palazzo Chigi. Dopo la fumata nera del Consiglio dei ministri, cena Berlusconi-Bossi-Tremonti. Presenti anche gli altri ministri leghisti Maroni e Calderoli. Sul tavolo restano le richieste dell'Europa che chiede misure per la crescita ma nel pomeriggio la Lega sul tema pensioni aveva già frenato: "Abbiamo già dato".   In serata la lunga nota del premier: "Onoriamo il nostro debito pubblico puntualmente, abbiamo un avanzo primario più virtuoso di quello dei nostri partner e nessuno ha alcunché da temere dalla terza economia europea, e da questo straordinario Paese fondatore che tiene cara la cooperazione sovranazionale almeno quanto la sua orgogliosa indipendenza". Quanto alle turbolenze da debito sovrano e da crisi del sistema bancario, in particolare franco-tedesco, "abbiamo posizioni ferme, che porteremo al prossimo vertice dell'Unione. L'euro - sottolinea il premier - è l'unica moneta che non abbia alle spalle, come il dollaro o la sterlina o lo yen, un prestatore di ultima istanza disposto a difendere strutturalmente la sua credibilità di fronte all'aggressività dei mercati finanziari. Questa situazione va corretta una volta per tutte, pena una crisi che sarebbe crisi comune di tutte le economie europee. "Stiamo facendo - scrive ancora il Cavaliere - qualche timido passo avanti per un governo dell'area euro, ma resta ancora molto da fare. La Germania di Angela Merkel è consapevole di questo, e il suo lavoro si avvarrà della nostra leale collaborazione. Nessuno nell'Unione puo' autonominarsi commissario e parlare a nome di governi eletti e di popoli europei. Nessuno - osserva ancora Berlusconi - è in grado di dare lezioni ai partner". L'opposizione torna all'attacco e il Pd insiste: il governo deve passare la mano. Enrico Letta è andato al Quirinale, ha spiegato il segretario Pierlusigi Bersani, "Le cose che è andato a dire sono più o meno, al netto dei toni più accesi che ho usato io, queste: c'è un dato politico che non va ovviato. E' necessaria una discontinuità".  

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