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Il rigore dei conti fa male al lavoro

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Ea pagarne più di tutti le spese sono i giovani, e le donne. «Con le misure di austerità prese dall'Italia e con la bassa crescita, è crollata la fiducia e di conseguenza le condizioni del mercato del lavoro sono costantemente deboli», si legge nel rapporto. E non andrà a migliorare, perchè «c'è il serio pericolo» che una crescita debole rallenti e rimandi la ripresa dell'occupazione. Una condizione purtroppo già vera per l'Italia: «L'economia italiana si sta riprendendo con passo modesto dal 2009, e come conseguenza la capacità di creare posti di lavoro resterà debole per altro tempo», dice il rapporto, che sottolinea il «deterioramento della situazione italiana». Lo si nota, spiega Bruxelles, non dai posti che si liberano nelle aziende, che sulla carta sono molti, ma dalla capacità delle imprese di assumere che si sta assottigliando. Ed è per questo che le prospettive, per il terzo trimestre consecutivo, per l'Italia «restano negative». A pagare il prezzo di un mercato del lavoro praticamente immobile, sono i giovani: nonostante in Europa la disoccupazione tra i 15 e 24 anni scenda, in Italia è in crescita, e ad agosto è passata da 27,5% a 27,6%, contro una media Ue-17 di 20,4%. Ma soprattutto, Bruxelles evidenzia un fenomeno che giudica «preoccupante»: il numero dei giovani che non studiano nè lavorano è secondo, in Europa, solo alla Bulgaria (19,1% contro 21,8%). E un «fattore di ulteriore preoccupazione è la crescente precarietà» dei giovani lavoratori, più vincolati a contratti a termine e part-time. L'Italia è il secondo Paese in Europa per utilizzo di forme contrattuali temporanee.

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