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Un lavoratore su dieci è irregolare Boom tra braccianti, mediatori e colf

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Lafotografia sul lavoro in Italia nel 2010 con un focus sul lavoro irregolare è stata scattata dall'Istat, che ha evidenziato come a fronte di un calo di circa 191.000 lavoratori regolari (nel 2010 22.094.000 contro i 22.285.000 del 2009) l'occupazione sommersa sia rimasta sostanzialmente stabile oltre i 2,5 milioni di persone. Il lavoro sommerso quindi sembra restare impermeabile alla crisi economica così come, d'altro canto, il doppio lavoro che si mantiene attorno ai 4,8 milioni di casi (il dato si ottiene sottraendo alle posizioni lavorative, ovvero il numero delle attività svolte da ciascun occupato, il numero degli occupati dell'anno. Nel 2010 a fronte di 29,4 milioni di posizioni lavorative nel complesso risultavano 24,6 milioni di occupati totali (tra regolari e irregolari) con quasi 4,7 milioni di attività svolte quindi da un lavoratore già occupato. Spesso è il doppio lavoro che è in nero: infatti su 29,4 milioni di attività lavorative 5,1 milioni sono irregolari, pari al 17,3% dell'intera economia (con una punta del 20,6% nei servizi). Se si considerano solo gli occupati (le persone fisiche e non quindi i posti di lavoro) la percentuale del lavoro irregolare è alta soprattutto nell'agricoltura (il 37,4% a fronte della media del 10,3%) e nei servizi (al 10,6%), mentre l'industria si limita al 5,7% (al 4,4% se si considera solo l'industria in senso stretto e quindi escluse le costruzioni). Nei servizi sono occupati quasi 1,8 milioni di lavoratori irregolari, con numeri considerevoli nel commercio e alberghi e ristoranti (444.000 persone) ma soprattutto nei servizi alle famiglie. Per le colf il dato non è aggiornato al 2010, ma negli ultimi anni gli occupati non regolari hanno sempre largamente superato il 50% (con 776.000 irregolari nell'ultimo anno rilevato per questo comparto, il 2009).

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