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L'Addi Fiat, davanti alla qualificata platea della comunità finanziaria di Londra, ha chiarito alla sua maniera - senza fronzoli e con poche parole - quello che è l'impegno primario del gruppo. In un foglio elettronico un grande progetto: «Entro il 2014 Fiat raggiungerà il break-even delle attività industriali in Europa». Un percorso ambizioso che prevede il lancio di 23 nuovi modelli e 12 restyling nel vecchio Continente a partire dal 2012. C'è un intenso programma di ringiovanimento dei prodotti: il prossimo anno quattro nuovi modelli per Fiat e due per Lancia/Chrysler. Per il 2013 è previsto il lancio di tre nuovi modelli dell'Alfa Romeo, due della Jeep, due di Lancia/Chrysler, due Fiat, un di Abarth e uno di Fiat Professional. Nel 2014 - infine - tre restyling per Fiat, un nuovo modello per Lancia/Chrysler, quattro per Alfa Romeo e uno per Fiat Professional. Il Lingotto - ha spiegato l'amministratore delegato del gruppo torinese - «punta a ricostruire un sistema industriale sostenibile con l'obiettivo finale». Poi una serie di numeri, a cominciare dall'analisi dell'utilizzo delle capacità produttiva: «In Italia nella prima metà dell'anno è pari al 33%, rispetto al 37% dello stesso periodo dello scorso anno, e nel resto d'Europa al 73% (dal 78%)». Poi il fatturato: «Quest'anno Fiat, inclusa Chrysler, punta a oltre 58 miliardi di euro, a un utile dalla gestione ordinaria pari a circa 2,1 miliardi e a un utile netto di circa 1,7 miliardi. Il debito industriale netto è previsto tra 5 e 5,5 miliardi e la liquidità intorno a 18 miliardi». Infine le quote societarie: «Entro il 2011 la Fiat salirà al 58,5% di Chrysler, dall'attuale 53,5%». I mercati hanno reagito bene - anzi, più che bene - agli annunci di Marchionne agli analisti di Bernstein a Londra: Fiat è andata in rally facendo segnare la migliore performance del paniere principale chiudendo sui massimi a 4,30 euro (+7,16%). Fin qui le rose. le spine, per Marchionne, vengono dai sindacati e dal caso Termini Imerese: «Chiediamo credibilità del piano industriale, certezze delle procedure e garanzie per tutti i lavoratori dello stabilimento e dell'indotto: sono questi i punti fermi per noi di qualunque ipotesi per il dopo Fiat a Termini Imerese», ha detto Antonio Riolo, della segreteria regionale Cgil. Riolo ha sotttolineato che «su questo la Cgil vigilerà». Il 27, infatti, a Roma ci saranno anche i lavoratori che partiranno il giorno prima con un treno per tenere un presidio davanti al ministero delle attività produttive, dove è in programma l'incontro sulla vertenza.

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