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Francoforte non è infallibile

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Jean Claude Trichet, presidente della Banca Centrale Europea

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Il secondo 8 settembre non c'è stato, e questo è quanto interessava a noi italiani e attendevamo di sapere dalla viva voce di Jean-Claude Trichet, presidente uscente della Banca centrale europea. La Bce continuerà a sostenere i nostri Btp per evitare che i loro rendimenti vadano alle stelle mentre il valore si deprezza nei portafogli dei risparmiatori e delle banche. C'è un piccolo particolare: tutto questo Trichet non l'ha detto, l'ha solo lasciato intuire circondandolo di una cortina fumogena degna della caccia alla Bismarck. Prima domanda: può il supremo responsabile europeo del denaro pubblico e privato usare un linguaggio da corte di Versailles in un mondo in cui i soldi si muovono alla velocità di milioni di terabyte? Oppure noi cittadini che lavoriamo e paghiamo tasse e mutui in euro abbiamo diritto ad un po' più di trasparenza? La riprova di ciò che scriviamo è che gli stessi mercati, pur abituati al gergo euro-burocratese, non hanno sulle prime capito dove Trichet andasse a parare, ragion per cui gli spread Btp-Bund si sono fatti un altro giro di giostra, immaginiamo con ulteriore soddisfazione degli speculatori. Ma la perla del capo della Bce è un'altra. Dopo aver sostenuto per mesi che il vero pericolo era l'inflazione, e di conseguenza avere aumentato del 50 per cento il costo del denaro, ora lui ed i suoi colleghi di Francoforte si sono accorti che al contrario il nemico è la bassa crescita. E quindi stop al rialzo degli interessi e forse (ma questo ovviamente l'ha solo fatto balenare) occorrerà ridurli. Seconda e terza domanda: in quale pianeta vivono questi signori? E il Trichet di ieri è lo stesso che nel luglio 2008, due mesi prima del fallimento Lehman Brothers, portò i tassi ai livelli massimi giudicando ottime le prospettive dell'economia mondiale? Se si afferrano queste tre semplici questioni capiremo perché l'Europa si incarta sempre più dentro se stessa. E perché i suoi cittadini non seguono più, da nessuna parte, le loro classi dirigenti. Come dimostra il formidabile report di JP Morgan che pubblichiamo alle pagine 2 e 3, per capire l'Europa di oggi bisogna guardarla con gli occhi di un bambino di nove anni e usare le figurine del Lego. Ferme restando le colpe, gravi, dei nostri politici, ci tocca citare Giulio Andreotti: «So di essere di media statura, ma non vedo giganti intorno a me».  

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