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Murdoch si ritira

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LeonardoVentura Rupert Murdoch getta la spugna. Il magnate australiano ha infatti deciso di ritirare l'offerta per l'acquisto totale di BskyB, cedendo alle pressioni sorte dopo lo scandalo delle intercettazioni che nei giorni scorsi hanno portato alla chiusura dello storico giornale News of the World. Secondo quanto riportato da Sky news, che è controllata in parte dallo stesso Murdoch, News Corporation rimarrà comunque nell'azionariato di BskyB. La notizia della rinuncia di News corp segue di poche ore la convocazione dello stesso Murdoch di fronte ai deputati del parlamento inglese per fare chiarezza sullo scandalo delle intercettazioni e su chi le abbia autorizzate in ultima istanza. Lo scandalo del resto si stava allargando a macchia d'olio fino a coinvolgere anche la punta di diamante della scuderia di Murdoch, il Times, che si sarebbe reso protagonista di violazioni della privacy in relazione in particolare alla persona dell'ex primo ministro Gordon Brown. Secondo un'ipotesi, Murdoch starebbe ventilando anche di cedere in toto la divisione giornalistica della Gran Bretagna, (Sun, Times e Sunday Times) un'operazione che recherebbe un pesante colpo al suo prestigio. Murdoch la acquisì nel 2007 dalla famiglia Bancroft comprandosi per 5 miliardi di dollari nientemeno che il Dow Jones (proprietario del Wsj). Lo scandalo del resto stava iniziando a creare problemi anche al primo ministro James Cameron, storicamente vicino a Murdoch e propenso sino a qualche giorno fa ad avallare l'opa totalitaria su Bskyb. Ieri invece Cameron aveva deciso di rinviare l'operazione al vaglio di una commissione parlamentare, levandola di fatto dal fast track e diminuendone significativamente le chance di successo. Non sorprende dunque che lo stesso Cameron abbia accolto poco fa con soddisfazione fa la decisione di Murdoch di abbandonare la caccia per la tv satellitare. La News Corporation potrebbe anche essere oggetto di un'inchiesta anche negli Usa su possibili intercettazioni delle famiglie vittime dell'11 settembre. A chiederla, oltre a diversi gruppi e associazioni di cittadini, è ora anche una voce ufficiale, quella del presidente della Commissione Commercio del Senato americano, il democratico Jay Rockefeller, potente alleato della Casa Bianca ma, soprattutto, autorevole interprete di un sentimento diffuso negli Usa: lo sdegno di fronte a un potenziale sfruttamento a fini editoriali delle vittime degli attentati del 2001. Secondo Rockeffeller, se è vero che testate del gruppo Murdoch hanno intercettato illegalmente anche familiari delle vittime, allora un'inchiesta non è solo opportuna, è doverosa. «Invito le agenzie preposte a indagare per essere certi che la vita privata degli americani non sia stata violata», ha scritto il senatore. «Provo inquietudine all'idea che lo scandalo delle intercettazioni emerso a Londra dalla News Corporation possa aver toccato le vittime dell'11 settembre, o di altri americani. Se fosse questo il caso, sarebbe grave».

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