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Concorso in bancarotta fraudolenta e usura aggravata.

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PerMatteo Arpe, ad di Capitalia, la richiesta è stata di due anni e sei mesi per concorso in bancarotta prevedendo le attenuanti generiche, non contemplate per Geronzi. Geronzi, che, all'epoca dei fatti, era presidente di Banca di Roma (poi Capitalia) e che poi è rimasto per molti anni uno degli uomini più potenti della finanza nazionale, secondo l'accusa avrebbe costretto Parmalat ad acquistare dal Gruppo Ciarrapico l'azienda di acque minerali siciliane Ciappazzi, ad un prezzo gonfiato (circa 15 milioni di euro) e con tassi da usura, facendo leva sulle necessità di liquidità del gruppo turistico Parmatour facente capo a Tanzi, che era «enormemente indebitato». Sempre secondo l'accusa, Banca di Roma voleva rientrare della forte esposizione di Ciarrapico. In cambio c'era un finanziamento per Parmalat. Lapidario il commento dei legali di Geronzi, Ennio Amodio e Francesco Vassallo: «Tanzi collocato sull'altare delle vittime».

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