Fondi più forti in Telecom

Assemblea movimentata per l'ultima prova da presidente di Gabriele Galateri, fresco di nomina alla poltrona più alta delle Generali. La Findim, la società finanziaria della famiglia Fossati, non ha ottenuto nemmeno un posto nel cda composto da 15 membri. I meccanismi di elezione hanno premiato la Telco, la scatola finanziaria che detiene il 22,5% del capitale e che ha tra i soci Telefonica, Generali, Intesa SanPaolo e Mediobanca, e i rappresentanti dei fondi indicati da Assogestioni, l'associazione guidata da Domenico Siniscalco, ex ministro del Tesoro e vicepresidente di Morgan Stanley. Tredici posti ai primi e tre ai secondi. Restano fuori dunque i Fossati, che detengono il 4,98% del capitale, e spesso avevano assunto posizioni critiche sulla gestione Telecom. Erano presenti nel cda uscente con due membri, Paolo Baratta e Roland Berger, che peraltro erano stati sfiduciati dopo nemmeno un anno dalla nomina. Al voto la lista Telco ha raccolto il 46,89%, Assogestioni il 39,35%, Fossati l'11,70%. Per il meccanismo di nomina del cda, i tre membri della minoranza sono andati tutti ad Assogestioni. Una vittoria che conferma l'attivismo di Siniscalco nella finanza privata detenuta dai fondi. E che prelude a un'azione di supporto esterno alle iniziative nel settore pubblico prese dal ministro Giulio Tremonti. Il fondo sovrano appena lanciato dalla Cassa Depositi e Prestiti potrebbe infatti essere coadiuvato dal pressing che i consiglieri di minoranza potrebbero esercitare nei cda non solo di Telecom, ma anche di Generali e delle società pubbliche dove Assogestioni ha espresso candidati di rilievo (ad esempio Alessandro Profumo nel cda di Eni). La Findim che ha contestava il controllo di fatto di Telco sulla società di tlc ha espresso riserve sul bilancio e ha votato contro la sua approvazione. Oggi il cda nominerà nuovo presidente Bernabé che avrà deleghe operative. Prende il posto di Galateri in partenza per la presidenza di Generali.