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Il gas deprime i conti Edison. Niente cedola

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L'approvazionedei conti è stata quest'anno particolarmente travagliata. Inizialmente fissata nel cda dell'8 febbraio, dopo un duplice rinvio per permettere ai soci di trovare un accordo sulle svalutazioni e a Quadrino di rinegoziare senza troppo successo i contratti del gas, è arrivata solo ieri. I margini sul gas, soggetti a «fortissima riduzione» per via dei contratti take-or-pay che vincolano Edison (costretta ad acquistare gas a prezzi fuori mercato), hanno neutralizzato i risultati positivi di tutti gli altri settori di business. E così, nonostante ricavi cresciuti a 10,4 miliardi (+17,8%) grazie alla crescita di volumi di gas ed elettricità venduti, il margine operativo lordo è sceso del 6,9% a 1,37 miliardi, mentre 407 milioni di svalutazioni hanno abbattuto il risultato operativo a 273 milioni (-61%). La situazione complessa in cui si trova il gruppo, che il prossimo anno prevede una riduzione dell'ebitda a 900 milioni per via dei contratti take-or-pay (avviati con Gazprom, Eni e Rasgas e che non dovrebbero concludersi prima del 2012), ha spinto Quadrino ad auspicare la fine dell'impasse tra A2A ed Edf. «Ci servono azionisti che ci supportino e con una chiara visione del futuro», ha spiegato l'A.d., perché «la società ha bisogno di muoversi» e non restare bloccata da azionisti con visioni strategiche diverse. Un accordo sul riassetto era stato trovato nelle scorse settimane ma poi il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha imposto a tutti di fermarsi perché contrario al passaggio del controllo ai francesi. Così le parti si sono date sei mesi di tempo per trovare una soluzione che soddisfacente anche per il governo.

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