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È il canone Rai la tassa più odiata

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Ela prima reazione alla vista del bollettino di pagamento del Canone per la Rai è un gesto di stizza. Un'impressione confermata dall'indagine realizzata per i commercialisti italiani che conferma come il balzello meno digerito sia proprio il contributo obbligatorio alla tv di Stato. In realtà gli italiani continuano a percepire un po' tutto il sistema fiscale troppo cattivo nei confronti dei contribuenti. Le tasse sono troppo alte, l'evasione aumenta e «il Fisco 2011 potrebbe essere feroce». Questa l'analisi sul rapporto tra il fisco e gli italiani realizzata da Censis-Commercialisti e presentata ieri. «Il cittadino continua a vivere male il rapporto con il fisco», ha sottolineato il presidente del Consiglio nazionale dei Commercialisti, Claudio Siciliotti, per il quale i contribuenti esprimono «una voglia di legalità che può essere accolta con la riforma. Ma non bastano gli annunci», ha sottolineato. La grande maggioranza degli italiani giudica elevato il carico fiscale. La pensa così l'81% dei contribuenti intervistati nell'ambito della ricerca realizzata su un campione di 1.000 contribuenti. Per un italiano su tre il Fisco è «ingiusto», mentre per sei italiani su 10 l'evasione fiscale negli ultimi tre anni è aumentata. Il principale problema del fisco per gli italiani (lo afferma il 44,4%) è l'evasione mentre tra le imposte «più indigeste» i contribuenti indicano il canone Rai (per il 47,3%), il bollo auto (14,5%), l'Ici (12,7%), la tassa sulla nettezza urbana (12,1%) e l'Irpef (11,6%). Anche il federalismo fiscale, che muove i primi passi, non è percepito dai contribuenti italiani come una occasione di vantaggio: «Il 42,5% dei contribuenti pensa che il carico fiscale complessivo tenderà ad aumentare», sottolinea la ricerca e «anche in fatto di complessità del sistema fiscale gli italiani non sembrano credere ai benefici di una riforma federalista: per il 35,1% degli intervistati la complessità tenderà infatti ad aumentare». Il Fisco 2011 si prospetta come quello della «riscossione a tutti i costi e sconfina con l'essere un fisco feroce», ha detto Siciliotti, criticando anche la nuova misura che prevede che dal primo maggio 2011 occorrerà mostrare il codice fiscale, e dunque bisognerà essere identificati, per qualsiasi acquisto oltre i 3.600 euro. «Un'invasione della privacy del cittadino comune ben più generalizzata - ha commentato il presidente dei Commercialisti - di qualsivoglia polemica riguardante le intercettazioni telefoniche» e che ha il sapore di «Stato di polizia fiscale». Sulla cedolare: «Non ci piace e qualcuno dovrà spiegare perche chi lavora paga tasse anche per il 50% e chi possiede, da una casa ad un castello, ne pagherà solo il 23%». Il presidente del Censis Giuseppe De Rita ha sottolineato invece che «quando il Fisco percepisce il commercialista o il Caf non più come mediatore ma come vicino all'evasore si favorisce la battaglia mentre oggi più che mai è necessario far convergere gli interessi».

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