
La promessa tradita del fisco leggero

La pressione delle tasse è sopra il 40%. E gli adempimenti crescono ancora
Unafrase scolpita nel programma di governo con il quale il Pdl ha chiesto, nel 2008, la fiducia agli italiani stanchi e vessati dalla politica fiscale dell'ex vice ministro Vincenzo Visco. Fiducia accordata ma finora tradita. Chi pensava a una società leggera, con poche tasse e più basse del passato, e a un impianto normativo semplice e comprensibile, è stato ripagato con la moneta di un carico fiscale che è nel 2009 è arrivato a un livello eccezionale: il 42,3 della ricchezza prodotta. Una soglia toccata solo nel 1997 con l'introduzione dell'Eurotassa necessaria allora all'ingresso nell'Unione Europea. La crisi e la recessione non hanno certo aiutato a portare a termine la riforma delle aliquote Irpef che drenano senza pietà denaro ai dipendenti. Ma a quelle già elevate fissate a livello centrale si sono aggiunte le addizionali Irpef e Irap spesso introdotte per sanare i deficit regionali. Insomma in attesa di incassare i dividendi del federalismo prossimo venturo gli italiani hanno già pagato il conto anticipato. Ma fin qui come detto le ragioni del deficit e della tenuta dei conti sono sovrane nell'accettare, a malincuore, tasse più alte. La vita dei contribuenti però invece di essere semplificata è stata resa ancora più dura dal punto di vista della burocrazia. La legittima lotta all'evasione fiscale, vera piaga del sistema Paese, rischia di far entrare gli italiani e i professionisti in un nuovo ginepraio di adempimenti. Che rischiano di trasformarsi in lacci e laccioli in un momento di congiuntura ancora incerta. Il quotidiano ItaliaOggi segnala almeno sette adempimenti in arrivo. Un esempio è la normativa che prevede la comunicazione al fisco di ogni acquisto superiore ai 3000 euro + Iva. Ma anche le limitazioni all'utilizzo delle compensazioni dei crediti Iva che saranno più difficili da fare senza l'invio di ulteriori dichiarazioni all'erario. E ancora le nuove disposizioni del redditometro già in vigore dal primo gennaio del 2011 ma estese ai redditi del 2010. Dunque nuove preoccupazioni per cittadini e soprattutto per chi gestisce la loro contabilità. Insomma le nuove norme tendono a complicare un sistema che non ha mai brillato per snellezza. Inevitabili una serie impressionante di ricorsi e contenziosi. Se questa era la rivoluzione fiscale annunciata dal governo Berlusconi nel programma la percezione che ne hanno i contribuenti è quella della replica dello stato di polizia fiscale disegnato da Visco. Quello che gli italiani hanno mandato a casa. E che oggi sotto altre vesti bussa di nuovo alla porta degli italiani.
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