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Per la ripresa serve il senso del dovere

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Chela grave crisi mondiale non sia del tutto risolta è un fatto accertato. È però superato un modo di vivere che appartiene al passato. Ci sono lavori abbandonati. Chi fa più il sarto, il panettiere, il cameriere, il muratore o il manovale? Quando c'è bisogno di lavorare si deve accettare quello che viene. Pena il freno alla ripresa. Che dire di quelle sirene che sembrano prefiche? (donne che di mestiere piangono ai funerali) che affermano la mancanza di futuro per l'Italia allo sbando, con una classe dirigente incompetente ed inaffidabile. Il momento è difficile e per questo ho richiamato le parole di Churchill. Lacrime e sangue non servono per piangere o per morire. Sono un monito per lo scatto di reni necessario per far ripartire una nazione che cela tante ricchezze. Come? Con un maggiore senso civico del dovere. Nel dopoguerra ci siamo ripresi grazie allo spirito individualistico italico. L'economia ha bisogno di questi spiriti che abbiano anche il senso della relazione. Con tolleranza e con voglia di combattere nell'interesse di quella famiglia allargata che è lo Stato. Diamoci da fare con l'esempio meno parole e più fatti.

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