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Dalla Fiom ancora No

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Lecifre delle difficoltà delle vendite e le prospettive per gli stabilimenti di Pomigliano, Termini Imerese e Mirafiori, sono stati al centro della serie di incontri romani che il presidente della Fiat John Elkann ha avuto ieri. Prima con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, poi con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e con il sottosegretario Gianni Letta. In mattinata John Elkann è stato inoltre ricevuto a palazzo Koch dal Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. Ma ieri c'è stato anche un incontro tra i sindacati e il ministero del Lavoro sulla richiesta della cassa integrazione in deroga a Pomigliano. L'unica a non firmare l'accordo, sancendo l'ennesimo strappo con le altre sigle sindacali, è stata la Fiom. «Non ci sono garanzie occupazionali sufficienti, nessuno ci ha detto quello che accadrà dopo gli otto mesi di cig in deroga e sul passaggio di tutti i lavoratori alla nuova società» ha affermato il segretario nazionale Giorgio Airaudo che teme la «creazione di una bad company come nel caso di Alitalia». Con questo scenario, secondo il sindacalista, «non viene garantito il passaggio di tutti i lavoratori». Diversa la posizione di Fim e Uilm per i quali la cig in deroga «è l'unico strumento possibile per tutelare il salario dei lavoratori in attesa che poi tutti i 4.800 passino alla nuova società». L'annuncio dell'accordo, anche senza la Fiom, sul ricorso alla cassa integrazione in deroga per Pomigliano è ben visto dai mercati. Ieri il titolo Fiat, nonostante le cifre del giorno precedente sul crollo delle immatricolazioni, ha avuto un andamento positivo; è arrivato a guadagnare fino al 3,54% e ha chiuso a +2,87%. E sulla questione di Pomigliano è intervenuta anche la neosegretario generale della Cgil Susanna Camusso. Chi si aspettava parole di dialogo sarà rimasto deluso. Camusso non ha perso l'occasione per polemizzare. «Se si fa una discussione sulla cassa integrazione in deroga a Pomigliano è per responsabilità del ministro Sacconi, perché l'anno scorso rifiutò l'ordinaria per affrontare la crisi». Camusso ha ricordato che con la Cig in deroga «si caricano i costi delle imprese. La Fiom ha ragione a ricordare che la Cig è per la ristrutturazione a Pomigliano. Sarebbe apprezzabile se la Fiat dicesse che utilizza gli strumenti a disposizione per la ristrutturazione». Il numero uno di corso d'Italia ha inoltre commentato le recenti dichiarazioni dell'amministratore delegato del Lingotto. «Marchionne si è definito in un'occasione un metalmeccanico. In questo c'é un qualche disprezzo del lavoro operaio che non va bene». La serie di incontri dei vertici Fiat continuano oggi. Marchionne vedrà il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani. Sul tavolo le prospettive per gli stabilimenti tra cui l'ipotesi della mobilità per Mirafiori. Anche su questo la Fiom ha già detto di essere contraria mentre per le altre sigle sindacali si può fare ma a condizione che vengano assunti dei giovani.

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