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Modello Pomigliano anche per Cassino

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Iltam tam rimbalza tra i sindacati e peraltro nella discussione che l'azienda ha avviato sull'avvio di Fabbrica Italia non è mai stata negata una prospettiva di questo genere. L'ipotesi ventilata dai sindacalisti è che la Fiat vorrebbe definire la partita al più presto e assicurarsi la più ampia governabilità possibile negli stabilimenti. L'ad Sergio Marchionne anche nel recente incontro con i sindacati ha ribadito che se si vuole che il piano di Fabbrica Italia parta entro l'anno, ci deve essere l'assunzione di un impegno da parte delle rappresentanze sindacali. Chiusa la questione con Pomigliano, altre newco potrebbero riguardare, sostengono fonti sindacali, Cassino e Mirafiori. La strada però è tutt'altro che facile. La Cgil continua a opporsi alle regole di flessibilità di Pomigliano e ieri il segretario generale Guglielmo Epifani incontrando il ministro Paolo Romani ha bocciato di nuovo la linea di Marchionne. «Capisco che serve l'accordo, è evidente: però insisto sul fatto che prima si ragiona sul prodotto, poi su come si produce. Marchionne invece rovescia». Intanto a due giorni dall'udienza, in programma al tribunale di Torino, sul caso di Pino Capozzi, il delegato Fiom di Mirafiori licenziato il 12 luglio scorso, la Fiom torinese riferisce di due contestazioni disciplinari per uso improprio della mail aziendale inviate dalla Fiat ad altrettanti lavoratori degli enti centrali ed esponenti sindacali della Fiom. Per il segretario della Fiom piemontese Giorgio Airaudo, questo è la dimostrazione che l'azienda è in difficoltà. «Hanno chiaramente esagerato con il licenziamento di Capozzi - afferma il sindacalista - e ora fanno gli stupiti nello scoprire che la lore rete aziendale è utilizzata per fare comunicazioni sindacali». L.D.P.

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