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L'euro scende ancora

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Mala cosa non sembra preoccupare i governi europei. La debolezza della moneta unica rappresenta, infatti, l'unica stampella extra per alimentare l'attività economica. Questo quanto emerso nel corso de vertice dell'Eurogruppo che ieri ha dato il vioa libera sostanziale al fondo salva stati da 750 miliardi di euro. Non tutto il male viene per nuocere insomma considerato che la crisi ungherese, scatenatasi venerdì dopo che Budapest ha evocato il rischio di un default, ha spinto ieri la divisa europea ai minimi di quattro anni sul dollaro sotto quota 1,19. Nonostante il recupero della divisa unica, che nel corso della seduta di ieri ha risalito la china forte anche delle rettifiche da parte delle autorità ungheresi e delle misure di risanamento annunciate, sui mercati l'allerta rimane altissima: gli operatori hanno segnalato una corsa verso il porto sicuro offerto dai treasury e dai bund tedeschi, i titoli di Stato ritenuti più affidabili fra quelli delle maggiori economie, a scapito anche dei Btp italiani. Il cui premio di rendimento rispetto al bund decennale ha raggiunto i 180 punti, livello mai raggiunto da quando esiste l'euro, frutto della fuga verso la carta emessa da Berlino che fa assottigliare i rendimenti del bund e gonfia a dismisura la differenza con gli altri paesi La fuga colpisce tutti i titoli di Stato dei paesi periferici di Eurolandia, con il premio di rendimento sui titoli volati sopra i 200 punti base, la Grecia sopra 550 e il Portogallo oltre quota 260 e Irlanda e Portogallo in area 260. A poco sono valse, per quanto riguarda il mercato dei titoli di Stato, le rassicurazioni provenienti da Budapest, dove il segretario di Stato Mihaly Varga ha promesso «tutto il necessario» per tenere sotto controllo il deficit di bilancio e l'intera economia, comprese riforme strutturali e un cambiamento alle aliquote fiscali che crei occupazione. Mentre continuano a salire anche i contratti «credit-default swap» con cui ci si assicura sul rischio default del debito sovrano, il finale della seduta europea ha visto comunque una attenuazione delle tensioni parallelo all'andamento positivo di Wall Street. Da Lussemburgo, il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet ha gettato acqua sul fuoco, dichiarandosi non preoccupato per le quotazioni della divisa unica. Intanto le banche europee continuano a depositare cifre record (ieri oltre 350 miliardi di euro) nelle casse della Bce, segno dell'elevata sfiducia che continua a circolare sui mercati.

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