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Enac: no ad altri aeroporti Incerto lo scalo di Viterbo

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Adelinearlo sarebbero le parole del presidente dell'Ente per l'aviazione civile, Vito Riggio. Presentando il rapporto dell'Enac per il 2009 Riggio ha detto chiaro e tondo che «non sono assolutamente necessari nuovi aeroporti». Lo scalo della Tuscia sembra passare in secondo piano rispetto alla priorità di effettuare nuovi investimenti sugli aeroporti già attivi e che secondo le stime dell'Enac accoglieranno entro i prossimi cinque anni 160 milioni di passeggeri e quasi 200 milioni entro il 2020. Una priorità condivisa dal presidente dell'Ente, Vito Riggio, e da Fabrizio Palenzona di Aeroporti di Roma. I 47 aeroporti commerciali che operano oggi in Italia sono «più che sufficienti», ha detto Riggio; occorre però distinguere nel piano nazionale gli snodi strategici da quelli che possono essere gestiti a livello regionale. Per i primi è urgente sbloccare l'aumento delle tariffe sui vettori, già approvato dal Cipe a novembre. Uno stop di un «gravità stratosferica» per Palenzona, perché congela risorse fondamentali per i nuovi investimenti. I piani di AdR e di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate, prevedono un impegno economico di 5 miliardi entro il 2020 e di quasi 14 miliardi entro il 2040, con la prospettiva di garantire oltre 150.000 nuovi posti di lavoro nei prossimi dieci anni. Ma per farlo, dicono all'Enac, non può bastare come in passato l'autofinanziamento. L'ultimo aumento delle tariffe risale a 7 anni fa: un tempo lungo che ha rallentato il processo di razionalizzazione degli scali. Per questo il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, ha promesso che saranno sbloccate breve le tariffe e si impegnerà per far rendere operativi gli aumenti già nei prossimi giorni. Per l'aeroporto di Viterbo, invece, bisognerà aspettare ancora. F.A.

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