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Con lo «short selling» si diventa ricchi senza titoli

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Disolito rispecchiano l'attesa - o la speculazione - di un prezzo in calo e per questo possono rappresentare un pericolo, se effettuate da grandi investitori come gli hedge fund. Si possono effettuare vendite allo scoperto senza possedere del tutto un titolo (per esempio azioni o titoli di stato), oppure dopo averlo ottenuto in prestito da parte di una banca o di un altro intermediario, cui verrà corrisposta una commissione legata anche alla durata del prestito. Nel primo caso si parla di vendite allo scoperto nude (naked short selling, in inglese), nel secondo di vendite allo scoperto ricoperte. In generale chi vende uno strumento finanziario ha tre giorni di tempo per consegnarlo effettivamente: vendendo un titolo il cui prezzo scende, può riacquistarlo a un prezzo inferiore a quello di vendita, con conseguente guadagno, anche nei giorni successivi. Negli attuali sistemi di trading è poi comunque possibile effettuare delle vendite allo scoperto riacquistando il titolo ceduto in una stessa giornata e contando sul fatto che il conteggio sul possesso effettivo di uno strumento finanziario tra acquisti e vendite verrà fatto alla fine delle contrattazioni. Paletti sulle vendite allo scoperto erano state decisi dalle diverse autorità al culmine delle turbolenze sui mercati successive alla crisi dei mutui e al crac Lehman. In Italia la Consob aveva deciso lo stop il 22 settembre del 2008 sulle operazioni su titoli di banche e assicurazioni vietando dapprima la vendita di azioni «non disponibili» (era in pratica il divieto di vendite allo scoperto nude) e poi, dal primo ottobre, successivo vietando anche la vendita di azioni su cui non ci fosse anche la proprietà. Si trattava in quel caso di un divieto totale di vendite allo scoperto su banche e assicurazioni, in cui anche le vendite short nell'arco di una stessa giornata erano impossibili. Le restrizioni sono poi cadute definitivamente a novembre.

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