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Europa in trincea per salvare l'euro

Da sinistra Barroso e Berlusconi insieme ad altri leader Ue

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Oggi è la giornata clou per costruire la trincea europea posta dagli Stati Ue a difesa della moneta unica. Dopo la decisione di mettere in campo tutti gli strumenti per impedire l'instabilità della zona dell'euro, assunta dal vertice straordinario dei leader dell'Eurogruppo, ieri è stata la volta dei tecnici della Commissione che a Bruxelles hanno lavorato senza sosta alla realizzazione concreta di un fondo «salva-Stati», per impedire che il rischio di default si diffonda dalla Grecia ad altri paesi. Le linee telefoniche tra le cancellerie degli Stati sono rimaste incandescenti e le consultazioni hanno riguardato anche i governatori delle banche centrali, in conference call per un confronto informativo con il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. La proposta per la creazione di un meccanismo deve essere pronta per oggi alle 13, per la riunione straordinaria della Commissione Ue durante la quale il presidente Josè Manuel Durao Barroso intende ottenere il consenso del collegio. La proposta sarà poi illustrata dallo stesso Barroso ai ministri delle finanze dei 27, convocati alle 15, ai quali spetta il via libera finale. «L'obiettivo è di avere il meccanismo deciso entro domenica in modo tale da affrontare attrezzati lunedì mattina l'apertura dei mercati», ha spiegato un portavoce dell'esecutivo. Per seguire la decisione sul meccanismo finanziario - di cui non sono noti i dettagli - il premier Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno entrambi deciso di rinunciare alla missione prevista domani a Mosca per le cerimonie del 65esimo anniversario della vittoria degli Alleati nel 1945. Lo strumento di stabilizzazione potrebbe essere basato sull'emissione di bond (almeno per 70 miliardi di euro) da parte dell'esecutivo europeo con la garanzia esplicita degli Stati membri e quella implicita della Bce. Gli introiti del fondo sarebbero a disposizione di interventi «multilaterali» di sostegno a quei paesi presi di mira dalla speculazione. Il presidente dell'Eurogruppo, il premier e ministro delle finanze del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, ha usato oggi l'immagine di «un più grande ombrello di salvataggio sopra tutta la zona dell'euro, non solo sopra la Grecia» per dare l'idea del meccanismo a cui si sta lavorando. «Questo non è solo un attacco alla Grecia», ha motivato il presidente dell'Eurogruppo. «È in corso un'operazione globale per scardinare l'euro dalle sue fondamenta». Da Berlino, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ribadito che la risposta dei governi europei alla crisi greca, che rischia di contagiare altri Paesi dell'Eurozona, sarà «decisa» e «unitaria». E sulla necessità di fare presto è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Napolitano, che ha ricordato che la crisi economica potrebbe «riattizzare» nuovi focolai di fanatismo politico ed ideologico. Il placet al fondo Ue è arrivato anche da Oltreoceano. Barack Obama si è detto «molto preoccupato per la crisi greca e per l'impatto che questa sta avendo non solo sulle economie europee ma anche sugli Stati Uniti» e ha sottolineato che «dalla stabilizzazione dell'Unione Europa trarranno vantaggio anche gli Usa». Proprio dai fondi statunitensi sarebbe partita l'onda di vendite che ha depresso i mercati europei. A parte la tesi del complotto gli ambienti finanziari sottolineano che le vendite risponderebbero alla logica che per statuto devono seguire gli hedge fund (i fondi ad alto rischio). E cioè alleggerire le posizioni quando gli indici che misurano la volatilità di un mercato ne indicano un aumento. Ebbene questo sarebbe accaduto negli ultimi 15 giorni in Europa. Molti operatori Usa hanno semplicemente seguito il loro manuale d'azione vendendo sui mercati diventati improvvisamente rischiosi. Se così fosse la stabilizzazione indotta dagli strumenti messi a punto da Bruxelles potrebbe far ripartire gli acquisti. I risparmiatori attendono fiduciosi.

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